“In questi giorni la Siria ha riproposto a tutti noi un dilemma angoscioso: se possiamo noi, se può la comunità internazionale, a 100 anni dalla conclusione dalla prima guerra mondiale adattarsi con l’idea di convivere di nuovo con le armi chimiche, la risposta è che non possiamo accettare che si torni alla legittimazione dell’uso delle armi chimiche”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, riferendo in Aula alla Camera sulla situazione in Siria.
“Da presidente del Consiglio ho definito come motivata la risposta del 14 aprile da parte di Stati Uniti, Francia e Regno Unito motivata, mirata e circoscritta, non ci sono indicazioni di vittime civili o di significativi danni collaterali”, ha sottolineato il premier.
“L’Italia non ha partecipato all’attacco, abbiamo condizionato la nostra attività di supporto logistico, che si è svolto in particolare dalla base aerea di Aviano, la condizione era che dal nostro territorio non partissero azioni dirette a colpire il territorio siriano, e così è stato – ha aggiunto Gentiloni -. Abbiamo chiarito la nostra contrarietà all’escalation”.
“L’Italia non è un paese neutrale, non sceglie di volta in volta se schierarsi con la Nato o con la Russa. L’Italia è un coerente alleato degli Stati Uniti, e non di questa o quella amministrazione americana. È la nostra scelta di campo – ha detto ancora il premier -. In gioco non c’è solo la riconoscenza per la liberazione dal nazifascismo, non c’è solo la difesa del nostro Paese, ci sono in gioco i valori di libertà, democrazia, libero commercio. Nessuna stagione sovranista può portare al tramonto dell’occidente e dei suoi valori”.
“In questi anni in Siria ho visto solo l’irragionevole logica dell’orrore, siamo di fronte alla tragedia di una guerra orribile e un regime orribile, eppure di fronte a questo regime l’Italia ripete da anni che il negoziato è inevitabile – ha evidenziato il presidente del Consiglio -. Oggi il problema è evitare altre stragi, ci sono ancora zone della Siria occupate da ribelli, che possono diventare, nelle prossime settimane, teatro di nuove stragi. La situazione siriana continua a interpellare tutti noi, e noi sfidiamo su questo terreno la Russia alla soluzione negoziale di questa questione, c’è un lavoro che si può fare con il contributo di tutti, e bisogna farlo ora”.