Una studentessa universitaria di 23 anni che teme per il proprio futuro, una laureata e dottoranda di 28 anni che decide comunque vada di restare anche dopo il perfezionamento del percorso di studi, una giovane docente precaria che fa la stessa scelta per restare vicino alla famiglia accontentandosi della precarietà e dell’incertezza, un emigrato che riesce a crearsi una vita stabile solo trasferendosi in Inghilterra, pur con l’amarezza di aver lasciato la sua terra. Sono state le loro voci, quelle dei giovani che restano, che vanno via, che sperano di non abbandonare la propria città, ad aprire l’incontro che ha visto insieme Cgil, Cisl e Uil Palermo con il Movimento delle Valigie, nella parrocchia di San Paolo Apostolo, nel quartiere Borgo Nuovo, a Palermo. Un’alleanza per unire le forze “facendo da pungolo affinché l’occupazione giovanile ritorni a essere al centro dell’agenda politica del territorio e per creare una sinergia che porti adaltreiniziative comuni in modo che la lotta alla disoccupazione giovanile divenga tema prioritario da affrontare”. E’ l’impegno che si sono assunti al termine, siglando un documento finale, i tre sindacati e il Movimento.
Lo scorso anno, secondo i dati dell’Anagrafe del Comune di Palermo, sono stati infatti quasi 12 mila i giovani che si sono trasferiti, l’11,5 per cento all’estero, il 35,1 per cento in un un’altra regione italiana. Da qui l’impegno di Cgil, Cisl e Uil Palermo e Movimento delle valigie che mettono insieme le forze per cercare l’interlocuzione dei rappresentanti del mondo dell’imprenditoria e della politica per invertire il trend, chiedendo condizioni migliori affinché si possa dare l’opportunità di restare a chi non vuole lasciare la propria terra.
L’incontro al quale ha preso parte per un saluto l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, è stato dunque l’occasione per sancire questa alleanza fra chi, da sempre, come Cgil, Cisl e Uil si occupa di lavoro e il Movimento nato al Borgo Nuovo per risvegliare le coscienze sul tema.
“Cgil, Cisl e Uil Palermo e Movimento delle Valigie – si legge nel documento finale – convengono sulla opportunità di proseguire un percorso comune per promuovere ogni possibile azione per arginare il dilagante fenomeno della disoccupazione che costringe tantissimi giovani a lasciare, in assenza di alternative, la propria casa”.
I giovani tra i 20-24 anni che si sono trasferiti in altre regioni sono il 9,4 per cento tra i 25-29 anni, il 19,6 per cento tra i 30-34, il 18 per cento tra i 35-39, il 12 per cento. Hanno lasciato la Sicilia per trasferirsi all’estero, invece il 6,7 per cento, dei giovani fra i 20-24, il 15,2 per cento tra i 25-29 anni, il 14,7 per cento tra i 30-34 e il 9,1 per cento tra i 35-39 anni. Il tasso di disoccupazione fra i giovani nel 2018 ha superato il 45 per cento (tra i 18 e i 29 anni) e il 33,3 (fra i 25 e i 34 anni) e molto sono i laureati.
“E’ ora di dare speranza a chi non vuole lasciare la propria città – spiegano Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo, Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani, e Gianni Borrelli, coordinatore Uil Palermo -. Le istituzioni tutte ascoltino il grido di allarme di questi giovani che sognano un futuro nella propria terra e pongano come obiettivo centrale della loro azione, interventi concreti per creare lavoro. Bisogna partire dagli incentivi alle imprese affinché investano al Sud, ma questo vuol dire creare un sistema attorno alle aziende affinché la loro iniziativa industriale possa davvero creare posti di lavoro per i nostri giovani, e far crescere il nostro tessuto economico”.
“Non vogliamo più vedere cattedrali nel deserto, o forme di assistenzialismo fini a sé stesse – aggiungono -. Una nuova impresa che nasce nel nostro contesto e non in un incubatore di imprese, viene penalizzata da un sistema che, fra lentezza burocratica, mancanza di infrastrutture, non fa altro chevanificaregli investimenti e gli incentivi”. “Bisogna cambiare questo trend e creare le giuste condizioni sociali, economiche, politiche affinché le nuove aziende siano seme per la nostra economia, con misure come le Zes, contratti di area, accordi specifici per le zone industriali desertificate – sottolineano i tre sindacalisti – e puntare poi sulla formazione con un legame maggiore fra scuola e università e mondo del lavoro”. “Abbiamo scelto Borgo Nuovo, che simbolicamente rappresenta tutte le nostre periferie, per questo primo incontro – dicono i tre segretari – perché è da queste zone, spesso dimenticate, che riparte il nostro impegno affinché non siano più periferie emarginate ma tornino a essere, con l’attenzione delle istituzioni locali, centri con servizi, attività sociali, economiche, adeguate ai bisogni dei cittadini… E’ un primo incontro perché intendiamo avviare altre iniziative per fare da pungolo alle istituzioni”.
Secondo don Antonio Garau, del Movimento delle valigie “sindacato e chiesa sono qui insieme per dare voce a chi non ha voce, occorre coraggio e andare controcorrente schierandosi a favore dei giovani che vogliono restare. Questi ragazzi non possono essere abbandonati, la politica deve saper investire sui giovani, portando avanti scelte strategiche affinché gli investimenti per lo sviluppo restino nella nostra terra e affinché si diffonda anche qui la cultura del rispetto della dignità della persona e del popolo siciliano. Dobbiamo unire le forze contro lo spopolamento e fare un’unica cordata per far sì che i nostri giovani non siano più costretti ma liberi di scegliere”.
L’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ha lanciato un appello “mettiamoci tutti insieme, uniamo le forze, creiamo laboratori di idee unendo le nostre eccellenze e potenzialità, per dare una risposta ai nostri giovani. Chiediamo tutti insieme interventi concreti e diamo così una speranza a chi vuole restare nella propria terra. Bisogna ripartire da ciò che qui non abbiamo o non funziona come le strade e le infrastrutture. E’ ora di agire tutti insieme perché dalla speranza si passi ai fatti”.
Per monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e presidente della Commissione Episcopale Cei per i Giovani “dobbiamo vivere questo periodo come quello del fare e del pensare. Dobbiamo agire ora per cambiare le cose. Come può esserci bene-essere sociale se la maggior parte dei nostri giovani non lavora, ha un lavoro precario o è costretto a lasciare il paese per poter realizzare la propria vocazione professionale. La parola che è venuta anche dal sinodo dei vescovi sui giovani è ‘accompagnamento’ perché i giovani possano essere protagonisti di un lavoro creativo e dignitoso anche qui nella nostra terra, un ‘lavoro’ che non serve solo a produrre ricchezza per aumentare i consumi ma è modalità per rispondere alla propria chiamata nel mondo, perché la persona realizzi se stessa dando un contributo alla ‘creazione’ coniugando leproprie aspirazioni con l’utilità sociale”.
(ITALPRESS).