“Quest’anno non si è fatto nuovo debito, neanche un euro. La situazione debitoria si è assestata a 7,7 miliardi. Cerchiamo di riqualificare il nostro debito, affinché pesi il meno possibile sul bilancio. I ‘derivati’ pesano sul bilancio di circa 40 milioni di euro, ma grazie anche a una interlocuzione con il Mef, dal 2019 non avremo più i pesi dei derivati sul bilancio”.
Così il vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao, nel corso della conferenza stampa di presentazione del “Bollettino sul fabbisogno finanziario regionale”, a Palermo.
Parte importante del Bollettino è riservato alle operazioni di finanza derivata. La Regione, è stato spiegato, nel 2005 decise di ristrutturare il debito, facendo ricorso ai cosiddetti “swap”, strumenti derivati come operazioni di copertura per i rischi dei tassi dei mutui già contratti. Oggi sono 5 i contratti swap che la Regione mantiene con Nomura, Bnl, Merrill Lynch, Deutsche bank e Unicredit, la cui gestione rimane complessa.
“I derivati sono costati ai siciliani 300 milioni di euro”, sottolinea Armao, che aggiunge: “Prevediamo che nel 2024 il livello di Pil sarà pari a quello che avevamo nel 2007, prima della crisi”.
Il debito pubblico regionale, costituito in senso stretto dal debito a carico della Regione per 5.093 milioni di euro e dal debito a carico dello Stato per per 125 milioni di euro, ammonta complessivamente a 5,218 milini – è stato ricordato -, a cui vanno aggiunti i 2,421 milioni delle anticipazioni di liquidità da parte del Mef, per un totale di 7,7 milioni.
Alla conferenza stampa, tenuta nella sede dell’Assessorato, erano presenti anche il ragioniere generale, Giovanni Bologna; Ina Palagonia, dirigente del dipartimento del Bilancio e del Tesoro; ed i componenti del gruppo di lavoro che ha predisposto il documento.