I finanzieri del Comando Provinciale della Sezione Operativa Navale di Catania, assieme allo Scico, hanno eseguito un sequestro preventivo d’urgenza per un importo complessivo di circa 460 mila euro ritenuto corrispondente al presunto profitto per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, nei confronti sia dei due agenti marittimi Francesco Gianino e Ivan Giovanni Romeo, sia delle ONG “Medici senza frontiere – Operational Centre Belgium – Missione Italia”, “Medici senza frontiere – Operational Centre Amsterdam”, sia di appartenenti a vario titolo a tali enti. Disposto il sequestro preventivo della nave Ong “Aquarius” attualmente ormeggiata a Marsiglia, in Francia. Sono in tutto 24 gli indagati.
“Ho fatto bene a bloccare le navi delle ONG, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti. #portichiusi”, commenta il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Le persone coinvolte a vario titolo risultano, secondo gli inquirenti, “aver sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto delittuoso di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo delle navi Ong Vos Prudence (da marzo 2017 a luglio 2017) e Aquarius (dal gennaio 2017 al maggio 2018) e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco di migranti nei porti di Catania, Augusta (SR), Pozzallo (RG), Trapani, Messina, Palermo nonché in altri porti italiani”.
In particolare, dalle indagini condotte dalla Procura di Catania, è emerso che “gli appartenenti alle ONG concordavano con gli agenti marittimi di smaltire sistematicamente rifiuti speciali sanitari pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivati dall’attività di soccorso dei migranti a bordo della nave Aquarius, classificandoli fraudolentemente come rifiuti speciali e conferendoli in modo indifferenziato insieme ai rifiuti solidi urbani”.
Msf: “Sequestro sproporzionato e strumentale”
“Condanniamo con forza la decisione delle autorità giudiziarie italiane di sequestrare la nave Aquarius per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo. Una misura sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare per l’ennesima volta l’azione medico-umanitaria in mare”, afferma Medici Senza Frontiere in una nota.
“Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini, ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l’estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare”, spiega Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per Msf.
“Il provvedimento di sequestro della Aquarius, che comprende anche alcuni nostri conti bancari, deriva da una lunga indagine della Procura di Catania sullo smaltimento dei rifiuti di bordo, con particolare riferimento ai vestiti dei migranti soccorsi, agli scarti alimentari e ai rifiuti delle nostre attività mediche – sottolinea la Ong -. Ma tutte le nostre operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard”.
“Le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando abbiamo avviato le attività in mare nel 2015 – prosegue Msf -. Ribadiamo piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane, ma contestiamo la ricostruzione della Procura e respingiamo categoricamente l’accusa di aver organizzato qualunque attività abusiva finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Dopo la valutazione del decreto di sequestro e un’analisi interna, che dimostra come le accuse siano inaccurate e fuorvianti, presenteremo ricorso al Tribunale del riesame”.
“Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito, ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria. L’unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso, con persone che continuano a partire senza più navi umanitarie a salvare le loro vite, mentre chi sopravvive al mare viene riportato all’incubo della detenzione in Libia, senza alcuna considerazione del diritto internazionale marittimo e dei rifugiati”, afferma Gabriele Eminente, direttore generale di Msf Italia.
“Due anni di campagne diffamatorie contro le attività di ricerca e soccorso, infondate accuse di collusione con attività criminali e la chiusura dei porti alle navi di soccorso hanno di fatto bloccato l’azione umanitaria in mare e scoraggiato tutti i tipi di nave dal soccorrere i barconi in difficoltà. Il risultato sono oltre 2.000 morti nel Mediterraneo solo quest’anno e un nuovo picco di sofferenze, mentre la guardia costiera libica sostenuta dall’Italia e dall’Europa intercetta sempre più persone in mare e le riporta alle terribili condizioni della detenzione arbitraria in Libia, in piena violazione delle leggi internazionali – si legge ancora nella nota della Ong -. Con cinque navi umanitarie attive in tre anni di operazioni in mare, abbiamo soccorso oltre 80.000 persone in coordinamento con le autorità marittime e nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali. La nave Aquarius, l’unica rimasta con a bordo un team medico di MSF, oggi è bloccata nel porto di Marsiglia dopo due revoche della bandiera in due mesi, per concertate pressioni politiche”.