“L’ambiente come valore essenziale, fondante della nostra Carta Costituzionale. Compito dell’uomo è quello di promuoverlo, difenderlo e affermare la sua assoluta rilevanza”. Così il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio aprendo i lavori del seminario “La bonifica dei siti delle discariche abusive” La bonifica del sito inquinato di Taranto, che si è tenuto nel pomeriggio nell’aula Magna ‘Aldo Cossu’ dell’Ateneo tenuto dal il Generale, Giuseppe Vadalà, Commissario Straordinario per le Discariche Abusive presenti sul territorio nazionale e Vera Corbelli, Commissario Straordinario per gli interventi Urgenti di Bonifica, Ambientalizzazione e Riqualificazione di Taranto. “Quella di oggi – ha detto Uricchio – è l’occasione per una riflessione più ampia sulle bonifiche che scaturisce da un impegno della nostra Università sia nella formazione che nella ricerca. L’Università di Bari – ha ricordato – è green ed è terza in Italia nel ranking che misura il grado di sensibilità ambientale”. Grazie anche al fatto che “L’Università di Bari – ha spiegato Uricchio – ha dedicato particolare impegno nella formazione ambientale”.
Lo ha fatto – ha continuato – attraverso un corso di educazione ed esperienza ambientale, attraverso corsi di laurea dedicati, tra cui uno che abbiamo a Taranto sui temi delle bonifiche. Corsi di laurea, master, specializzazioni, sono – ha sottolineato Uricchio – una filiera formativa particolarmente ricca che vedono l’Università di Bari protagonista nella materia ambientale. Mi fa piacere che – ha aggiunto – anche attraverso la presenza dei commissari governativo e per Taranto, venga valorizzata questa nostra esperienza sia nella formazione che nella ricerca, perché il polo scientifico e tecnologico che abbiamo a Taranto è dedicato esclusivamente ai temi ambientali e delle bonifiche e perché anche su Bari – ha proseguito – abbiamo esperienze anche tecnico scientifiche che si avvalgono di laboratori di primaria rilevanza nazionale. Siamo quindi – ha concluso – al servizio delle istituzioni e dei Commissari proprio per poter promuovere anche attraverso la c.d. Terza Missione un impegno diretto in materia ambientale”.
E su Taranto e la bonifica del sito inquinato ha focalizzato il suo intervento Vera Corbelli, Commissario Straordinario per gli interventi Urgenti di Bonifica, Ambientalizzazione e Riqualificazione di Taranto. “Inizialmente – ha detto – abbiamo affrontato gli interventi già identificati nel 2012 sull’area Sin (siti di intervento nazionale) terra e mare che ha visto gli interventi sulle scuole di Taranto, in particolare il quartiere Tamburi, il cimitero, l’area P.I.P. di Statte, il Mar Piccolo e l’area portuale. Per una buona parte di questi interventi – ha continuato – abbiamo concluso le attività, su altri stiamo lavorando, perché – ha spiegato – hanno richiesto un’attenzione a livello di conoscenza e di analisi e quindi di progettazione molto più lunga. Tra i vari interventi – ha proseguito Corbelli – che abbiamo posto in essere a Taranto, parliamo di circa 150 misure quindi sia come interventi strutturali che non strutturali, c’è il progetto culturale “Afore”, “La Scuola racconta” che ha visto focalizzare l’attenzione sui bambini delle scuole del quartiere Tamburi che per un anno insieme ai loro docenti sono stati impegnati con la sensibilizzazione ambientale e “Verde Amico” – ha aggiunto – che vede 145 lavoratori impegnati nella riqualificazione delle aree degradate. Anche Taranto – ha concluso il commissario – come modello di idee e di proposte progettuali”.
Sono ottanta i siti nazionali su cui sta lavorando il generale Vadalà, sei dei quali sono pugliesi: tre in provincia di Bari (Sannicandro, Santeramo e Binetto), due Foggia e uno Brindisi. “Stiamo lavorando – ha detto il generale – i siti pugliesi non erano semplici. Sono rifiuti solidi urbani, cioè le vecchie discariche, che negli anni ’70 e ’80, alla prima emergenza rifiuti, quando la normativa europea era stata dettata, si è trovato il modo di smaltire questi rifiuti solidi urbani. Abbiamo verificato purtroppo che in questi 80 siti – ha sottolineato – sono stati gettati dalla sommità delle colline nei torrenti. Questa – ha continuato – è la situazione che è stata creata e sulla quale stiamo lavorando. Il sito che speriamo che nel prossimo anno, e ci sono buone probabilità, riusciamo a farlo uscire dal contenzioso – ha aggiunto – è quello di Ascoli Satriano. Abbiamo avviato la progettualità per quelli baresi. Su Lesina – ha spiegato – ci sono i lavori maggiori ed è anche un sito che ha avuto la collaborazione dell’Anac, sul quale insieme ad altri due, quello di Pizzo in Calabria e quello di Augusta in Sicilia – ha concluso – vogliamo avere una precauzione ulteriore”.