“Chi viene oggi qui al ‘Campo PG82 di Laterina’ sa bene di trovarsi di fronte ad un simbolo, nella triplice memoria che la storia ha impresso dentro alle sue baracche. Fu un campo di prigionia in mano a italiani, tedeschi, alleati e poi campo di accoglienza. Questi fili spinati non hanno un colore. Nessun filo spinato deve più avere un colore”. E’ la sindaca di Laterina Pergine Valdarno, Simona Neri, che traccia il profilo della giornata dedicata al ricordo, nel comune che ha ospitato uno dei più grandi campi profughi d’Italia, tra il ’48 e il 1963. Gente che, ricorda la Sindaca nella sala del Teatro Comunale di via San Giuseppe, davanti alla platea di autorità e di discendenti di quei profughi, fu sradicata dalla propria terra. La seduta solenne del Consiglio regionale per il giorno del Ricordo sceglie dunque un luogo carico di simbolo e di memoria, per investire sul futuro.
Il presidente dell’Assemblea regionale, Eugenio Giani, apre i lavori con la citazione dantesca della Penisola – dalla Sicilia a Pola – per toccare il dramma di 350mila profughi dalle terre di Istria e Dalmazia. “Quella di oggi è un’occasione unica che ci dà il profondo significato dell’esodo giuliano dalmata, in migliaia furono costretti a sradicarsi dalle loro terre”. Giani parla di “italianità, sentimento della radice culturale” come fatto oggettivo. “Cinquemila gettati nelle foibe, con atto crudele, drammatico, che il tempo ha portato in evidenza”, afferma Giani.
“Vicini a questi nostri cittadini”, ripete il presidente del Consiglio regionale, che ricorda la particolarità della storia di Laterina: qui sorge il campo che prima fu campo di prigionia per gli angloamericani; poi per i fascisti e quindi, per 15 anni, per i profughi. “Un luogo simbolico di tante sofferenze”, del quale si sono salvate alcune strutture, e in particolare una delle baracche che ospitavano i profughi. “Troviamo giusto accogliere la proposta avanzata dal Comune per acquistare questa struttura e farne un centro di memoria, un punto di riferimento per tutta la Toscana”, prosegue Giani.
Il presidente, che ricorda i valori di “accoglienza e integrazione propri del popolo toscano”, esprime la solidarietà “verso tutti coloro che hanno sofferto quei drammatici momenti” e stigmatizza gesti come quello di Carrara, con vandali notturni che, alla vigilia del Giorno del Ricordo, hanno devastato le targhe di marmo, all’interno dell’ex Campo profughi di Marina, intitolate alle foibe e all’esodo delle popolazioni giuliano, istriano e dalmata.
(ITALPRESS).
Seduta solenne, Giani “Foibe crudeli”
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