SEA WATCH, MIGRANTI PIANGONO E DIGIUNANO

“Chiederei il prima possibile un segno di umanità per non doverci vergognare all’infinito per quello che stiamo facendo…”. Lo ha detto Giorgia Linardi, responsabile della comunicazione della Ong Sea Watch, presente a Siracusa, dove da giorni staziona al largo la nave dell’organizzazione non governativa con 47 migranti a bordo.

“Le persone a bordo cominciano a mostrare chiari segni di impazienza – ha aggiunto – e uno di loro ha avuto bisogno di essere sedato ieri sera. Questo è quello a cui state costringendo queste persone a due minuti di navigazione dalla costa. C’è chi è scoppiato a piangere e chi comincia a rifiutare il cibo, persone costrette a dormire in 47 in un’unica stanza per ripararsi dal freddo…”.

“La Sea Watch, che è un’associazione non governativa volta a monitorare e a salvare i migranti in mare, chiede che le persone a bordo possano scendere”, ha ribadito con forza Alessandro Gamberini, legale della Ong Sea Watch 3. In procura a Siracusa, l’avvocato ha depositato alcuni documenti “che ricostruiscono – ha spiegato – il corretto operato da parte del Comandante della nave”.

“Perché il problema – ha aggiunto – non è quello di pensare che sia l’Italia che li deve obbligatoriamente ospitare tutti, ma il problema è quello di non ricreare dei casi Diciotti. Cioè di non ricreare una situazione nella quale i migranti sono una strumento di negoziazione. Tu puoi negoziare con l’Europa, ma non sulla pelle di 47 disgraziati che sono a bordo, che dal 19 gennaio sono in balia delle onde. È, infine, poco plausibile che i minori non vengano fatti sbarcare nonostante l’intervento della Procura per i minori di Catania che ne ha sollecitato uno sbarco che fino ad oggi è stato negato”.

Il legale ha presentato anche una diffida mandata alla Capitaneria e al Prefetto per lo sbarco dei minori.

“Ma la decisione dello sbarco non spetta a me”, ha spiegato il procuratore di Siracusa, Fabio Scavone, incontrando i giornalisti per fare il punto sui migranti ancora a bordo della nave Sea Watch 3. “Io posso solo verificare se ci sono condizioni igenico sanitarie di assoluta carenza che possano determinare l’inidoneita’ della nave alla navigazione o a consentire l’ulteriore permanenza a bordo delle persone. Valutiamo giorno per giorno”, ha aggiunto.

“Noi non abbiamo tempi ritmati sulle ore, ma sulla giornata. Tra l’altro le iniziative coordinate dalla Prefettura sono iniziative autonome per cui non interferiamo in alcun modo, né vogliamo interferire”, ha spiegato il procuratore di Siracusa, Fabio Scavone. “Quindi ci limitiamo a valutare se gli inconvenienti igienici lamentati – ha aggiunto – ci siano effettivamente. La nostra è una lettura di quello che viene fatto, non è un impulso a fare. Noi, quindi, valutiamo quello che ci viene rappresentato e rispetto alla situazione di ieri non ci sono evidenti cambiamenti, se non il fatto che permanendo ancora 47 persone a bordo si possa presentare una possibile emergenza. Sarà la Prefettura, come mi risulta, a mandare a bordo personale della sanità marittima per verificare le condizioni igienico-sanitarie e andare incontro a quelle che sono le eventuali carenze”.

Il Governo intanto rimane fermo sulle sue posizioni e apre solo all’ipotesi di “corridoi umanitari” per i migranti della Sea watch, ma solo per consentire il trasferimento delle persone in Olanda e a patto che si riconosca che la giurisdizione su questa vicenda appartiene ad Amsterdam.
“Sbarco degli immigrati? Solo se prenderanno la via dell’Olanda, che ha assegnato la bandiera alla Sea Watch, o della Germania, paese della Ong. In Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo”, dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

 

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