PALERMO (ITALPRESS) – “L’autonomia differenziata per noi sarebbe l’inizio di un processo di conferma dei divari territoriali. E quindi l’esatta negazione di quello che ci viene detto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dobbiamo parlare di autonomia di sistema scolastico nazionale all’interno dell’operatività autonoma delle scuole. E’ un concetto molto diverso rispetto alla scuola delle regioni”. Così Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola nel corso di una intervista all’Italpress.
“E’ un momento particolare per il Paese e anche per la scuola”, ha aggiunto, “siamo in attesa del nuovo governo e del nuovo ministro. L’Agenda Scuola e quella del Paese sono ricche di problemi che vanno affrontati il prima possibile. Bisogna cominciare dalle disuguaglianze. Cominciando a pensare a quello che non funziona nelle aree più marginali del paese”.
Barbacci è a Palermo per partecipare all’Assemblea nazionale della federazione Cisl che si apre il 17 ottobre e ha al centro proprio il tema del “superamento di disparità e disuguaglianze”.
Tra le priorità il rinnovo del contratto. “Obiettivo principale per quel che riguarda le prossime settimane e che riguarda le relazioni sindacali con il governo è la chiusura del contratto di lavoro”, spiega la sindacalista, “è l’ultimo contratto del pubblico impiego che deve essere sottoscritto perchè è la sommatoria di tre comparti: università, ricerca e istruzione. Sono in attesa di questo passaggio 1,2 milioni di persone. Soprattutto in questa fase storica con una debolezza delle retribuzioni e l’inflazione al 9% è un ristoro che è fondamentale”.
Altro tema all’ordine del giorno dei lavori è quello del Pnrr. “Un piano straordinario sul quale abbiamo riposto molta fiducia”, ricorda Barbacci. “Il tema”, ha aggiunto, “non è quello delle risorse che ci sono e il 40% delle quali è destinato al Meridione, quanto la capacità e l’efficacia di quanto saremo capaci di mettere a terra in termini di progettualità, che è una nostra carenza. La capacità di rendicontare e cambiare il sistema in maniera organica. Siamo capaci di fare delle cose sporadiche, anche con grande creatività ma che non producono cambiamento”.
Per questo è necessario spendere queste risorse “per mettere in asse un cambio di passo per la qualità dei servizi e il ritorno anche alle vocazioni dei territori. Anche attraverso un investimento verso le nuove generazioni delle quali ci stiamo dimenticando perchè stanno diventando una minoranza”.
Quindi un passaggio sull’alternanza scuola-lavoro, misura molto dibattuta in questo momento, specie dopo alcuni casi di studenti che hanno perso la vita durante i periodi “lavorativi”. “Per noi è una opportunità importante per gli studenti ma è bene chiarire che si tratta di scuola, di formazione e non di lavoro”, spiega Barbacci. “Probabilmente”, aggiunge la segretaria generale della Cisl Scuola, “c’è qualcosa che non ha funzionato nel rapporto tra scuola e azienda e probabilmente questo è un rapporto che va meglio affinato. Vanno create le condizioni perchè ci sia una vigilanza forte e significativa e un incentivo per le aziende che si candidano ad accogliere i ragazzi dell’alternanza”.
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