Gli schiamazzi notturni rappresentano certamente uno dei fastidi maggiormente lamentati da chi occupa un appartamento e vorrebbe che le ore notturne vengano correttamente destinate al riposo.
Purtroppo, però, non sempre il nostro desiderio di quiete si sposa con le attività commerciali, i bar e altre fonti di rumore che potrebbero nuocere al nostro riposo.
Che fare allora? Ci sono degli orari che devono essere rispettati? Come possiamo comportarci per poter difendere il nostro diritto alla quiete?
Il tema è purtroppo più complesso di quanto si possa superficialmente pensare, a cominciare dal fatto che non ci sono orari prestabiliti e erga omnes in cui si possa fare o non fare rumore. Ma andiamo con ordine!
Schiamazzi notturni e disturbo alla quiete pubblica
Il codice penale prevede all’interno del proprio testo uno specifico reato, di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone, generalmente chiamato come disturbo della quiete pubblica. Si tratta di un reato previsto a tutela dell’ordine pubblico, ovvero alla pubblica tranquillità e alla quiete privata.
Quanto sopra ci permette di effettuare alcune considerazioni, in linea con quanto previsto dallo stesso codice:
il legislatore prevede che per far scattare il delitto in questione sia necessario che i rumori devono superare la normale tollerabilità, e riguardare un numero indeterminato di persone, che devono veder il proprio riposo disturbato;
se invece il rumore proviene dall’esercizio di una professione o di un mestiere che per sua natura è rumoroso (si pensi a un bar), la turbativa della pubblica tranquillità viene più facilmente presunta.
Attenzione, però. Come dovrebbe essere intuibile da quanto sopra, scatta il reato di disturbo alla quiete pubblica solamente se si supera la soglia della normale tollerabilità, ma tale superamento è avvertito non da una o due persone, bensì da un numero indeterminato di persone.
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Cosa fare in caso di disturbo alla quieta pubblica
Ora, nei casi in cui ritieni che sussistano tutti i requisiti che sono richiesti dal legislatore per poter configurare il reato, puoi procedere a proporre un’azione civile per il risarcimento del danno e per far cessare la turbativa.
Se però questa azione è frutto del fatto che ritieni che solamente tu avverta il disturbo alla quiete, non si potrà parlare di vera e propria turbativa alla quieta pubblica, ma solamente di disturbo al tuo riposo. Non ci sarà dunque alcuna rilevanza penale (per i motivi di cui sopra), ma potrai pur sempre agire per poter ottenere un giusto risarcimento.
Insomma, se tutelarti contro gli schiamazzi notturni potrai agire con un’azione inibitoria, ovvero un procedimento con il quale domandi al giudice di impedire che il rumore continui ad arrecare il danno, e un’azione risarcitoria, in maniera tale da ottenere il risarcimento del danno che hai eventualmente subito.
Orari disturbo alla quiete pubblica
Introdotto quanto sopra, e capito che devi agire singolarmente in sede civile se vuoi che il disturbo che hai avvertito singolarmente venga cessato, e che puoi agire anche penalmente se invece il disturbo è alla quiete pubblica (in questo caso, ti conviene certamente chiamare le forze dell’ordine per poter permettere un intervento più efficace), giova soffermarsi per un po’ sugli orari in cui è possibile verificare o meno un disturbo alla tranquillità pubblica.
Ebbene, in questo senso è opportuno ribadire, ancora una volta, come non vi sia alcuna norma di legge che ha carattere generale, e che a stabilire delle disposizioni sono regolamenti specifici, che i Comuni possono peraltro derogare, anche con riferimento a singole zone.
In linea di massima, tuttavia, le fasce di tutela, di “silenzio”, sono:
- dalle ore 12 alle ore 15.30 e dalle ore 22 alle ore 8 del giorno successivo dal 1 giugno al 30 settembre;
- dalle ore 12 alle ore 15 e dalle ore 22 alle ore 8 del giorno successivo dal 1 ottobre al 31 maggio;
- dalle ore 12 alle ore 15.30 e dalle ore 19 alle ore 9 del giorno successivo nei giorni festivi.
Attenzione, però: le fasce orarie cambiano con riferimento a specifiche attività, ed è dunque buona norma consultare i regolamenti comunali con maggiore attenzione.