Sostenibilità e industria del futuro: sono stati i temi al centro di una giornata di lavori organizzata da Sasol Italy, a Siracusa. La multinazionale chimica sudafricana, che ha il principale stabilimento nel polo petrolchimico di Augusta, ha riunito i vertici aziendali, i vice presidenti, Filippo Carletti e Sergio Corso, i segretari confederali con delega all’Industria di Cgil, Cisl e Uil, Vincenzo Colla, Angelo Colombini e Tiziana Bocchi, i segretari generali del settore chimico, Emilio Miceli, Nora Garofalo e Paolo Pirani, e i rappresentanti delle Associazioni datoriali, Andrea Bianchi, Direttore delle Politiche industriali di Confindustria e Andrea Piscitelli, Direttore delle Relazioni industriali di Federchimica, con l’obiettivo di coinvolgerli in un dialogo fattivo. Assente per impegni istituzionali il presidente della Regione, Nello Musumeci.
Sasol Italy, inoltre, ha diffuso, attraverso un libro, i dati reali e tangibili dell’impegno presente e futuro dell’impresa sul fronte della sostenibilità.
“L’industria chimica, tra i settori industriali – si legge nel volume – è quella che sconta maggiormente il peso di giudizi negativi, ma è anche quella che da decenni, è fortemente regolamentata e investe risorse consistenti sul fronte dell’innovazione e della sostenibilità. Tanti sono i costi fissi dell’industria chimica in Italia, in particolare quelli derivanti dalla regolamentazione rappresentano in media il 12,1% del valore aggiunto e il 30% del risultato lordo di gestione. Alla luce di tutto ciò appare rilevanti gli obiettivi raggiunto nel campo della sostenibilità con spese che superano il miliardo di euro con un’incidenza sul fatturato pari al 2,2% e sono composte da investimenti per il 27% e da costi operativi per il 73%”.
Questo il quadro all’interno del quale si posiziona e si riconosce Sasol Italy, che in questa giornata ha voluto condividere con i suoi principali stakeholder, e rendere pubblici i risultati della sua attività di Responsabilità Sociale d’Impresa: “Consideriamo la Sicilia – ha tenuto a precisare Sergio Corso, Vice Presidente Operation Sasol Italy – una regione strategica e vogliamo programmare un futuro imprenditoriale solido. Per questo abbiamo in cantiere investimenti per oltre 38 milioni di euro entro il 2019 e prevediamo di realizzare progetti di analoga dimensione nei prossimi tre anni. Parallelamente, non smettiamo di puntare sulla ricerca di nuovi prodotti e nuove tecnologie: 10 milioni di euro sono stati destinati negli ultimi tre anni all’attività di ricerca e circa 4 milioni di euro sono in programma per l’anno in corso”.
Interventi finanziari, è stato sottolineato, che hanno già dato risultati tangibili: “Negli ultimi anni – è stato spiegato – abbiamo registrato meno 96% di emissioni di composti solforati, meno 80% di emissioni diffuse e fuggitive e meno 71% di emissioni di ossidi di azoto”.
Analogo impegno è stato profuso sul fronte della sicurezza: “Da inizio 2018 Sasol Italy – è stato evidenziato – ha fatto effettuare al personale interno 3.000 ore di formazione sulla sicurezza e altre 3.000 sono state effettuate dal personale delle imprese terze che operano all’interno dello stabilimento”.
Fondamentale, in tutto questo è e rimane, come hanno sottolineato i due Vicepresidenti, Filippo Carletti e Sergio Corso, un rapporto proficuo con le istituzioni e le buone relazioni industriali, intesi come leve indispensabili per uno sviluppo sostenibile e inclusivo dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
“Il vero cambio di paradigma deve partire dal concetto di Impresa come bene comune – ha evidenziato nel suo intervento di chiusura della giornata Filippo Carletti, Vice Presidente e Amministratore Delegato di Sasol Italy -. Per ottenere risultati, bisogna camminare tutti nella stessa direzione, adottando un approccio pragmatico. Noi non smettiamo di fare progetti e investire risorse nei nostri siti produttivi, migliorando continuamente i processi, diversificando il portafoglio prodotti e ricercando nuove materie prime e nuove tecnologie. L’obiettivo è restare competitivi e garantire un futuro all’azienda e ai dipendenti. La globalizzazione ha cambiato i perimetri delle aziende – ha aggiunto Carletti – servono competenze nuove per formare le quali siamo molto impegnati. Le tecnologie aiutano, ma dobbiamo capire cosa farà questo Governo. Noi abbiamo bisogno di lavorare insieme alle istituzioni e il dialogo deve essere fruttuoso. In Paesi come la Germania – ha poi spiegato con un pizzico di rammarico – le istituzioni sono più vicine all’industria, vorremmo che gli stakeholder politici di casa nostra avessero il medesimo atteggiamento”.