Il torneo della canicola, che si profila all’orizzonte, non sarà a nostro avviso una prosecuzione di quello che è stato sospeso alla 26ma giornata: sarà un’altra cosa, un altro campionato per diversi motivi e altre regole. Giovedì prossimo -a quanto pare- verrà presa una decisione sul da farsi e sulla formula da adottare, visto che per ragioni economiche occorre riprendere a giocare da dove si è sospeso e condividiamo l’opinione secondo cui non è giusto cambiare formula in corsa. Già è tutto cambiato, per certi versi, perchè difficilmente le condizioni di forma e gli stati d’animo saranno quelli di prima: dopo quattro mesi le squadre saranno “diverse”, i giocatori saranno “diversi”, il campionato quindi sarà “diverso”. Il fatto che si giocherà a porte chiuse, in un clima torrido, con la paura di essere contagiati e con qualche particolare nuovo (cinque sostituzioni e arbitri a distanza, come ha auspicato Rizzoli) ci induce a definire questo spezzone di stagione decisamente una soluzione d’emergenza, che ben poco ha da spartire con quello che era lo stato dell’opera al momento della sospensione. Ma c’è stato il Coronavirus e non possiamo stare a guardare il pelo nell’uovo, anche se i peli e le uova sono molti.
Solo 300 persone allo stadio, test sierologici frequenti, trasferte con due pullman, entrata in campo in tempi diversi, cronometri igienizzati, conferenze stampa via whatsapp sono le misure che dovrebbero essere adottate. Ora vogliamo anche vedere se le condizioni economiche generali (incasso dell’ultima rata dai broadcaster, quotazione degli stipendi dei calciatori per i mesi di inattività, ecc.) verranno accettate, come la stessa limitazione dell’autonomia delle società. Nei giorni scorsi c’è stata una levata di scudi dei presidenti perchè pare che il governo voglia ficcare il naso nei fatti dei club. Questo non sta bene ai presidenti, il che ha fatto pensare ai politici -uomini di mondo, abituati a certe cose- che ci siano dei cadaveri negli armadi delle società. Ammesso che tutti i rospi vengano ingoiati in fretta (e senza conati di vomito) e si parta (13 o 20 giugno) in tempo per concludere la stagione (20 agosto più o meno), correndo a perdifiato (ci sono squadre ancora in corsa per Champions, Europa League e Coppa Italia), pensiamo che in ogni caso ci sarà chi eleverà alti lai verso il cielo. Ah, ci hanno fregato, campionato falsato, ecc. Che la stagione sia anomala, non ci sono dubbi: per questo riteniamo una illusione pensare che la coda del campionato possa essere considerata una continuazione di quello che era successo prima. Sarà come quando tagliano la coda a una lucertola e l’appendice continua a ballare da sola, ma non fa più parte del corpo principale dell’animale. Facciamocene una ragione, comunque: se bisogna andare avanti a ogni costo, occorrerà far finta di niente. In ogni caso, ci sono stati esperti della pratica e soprattutto della filosofia del pallone che hanno fatto notare come in Germania – dove son passati all’azione, giocando senza paura- oltre i tifosi e gli obiettori di coscienza (calcistica) siano spariti i dribbling: i giocatori avrebbero paura a rischiare. Senza pubblico non oserebbero più come una volta. Da noi, per la paura del contagio si eviteranno gli scontri fisici, si giocherà un calcio da signorine ? E basteranno poche settimane di allenamento, senza amichevoli, per portare i giocatori in condizione, evitando infortuni ? Saranno decisive le forze fresche: chi avrà più “munizioni” per le cinque sostituzioni si troverà meglio. Ci sono molti punti interrogativi. C’è inoltre chi ha fatto i calcoli e ha stabilito che giocando a porte chiuse ci sarà chi ci perderà (la Juve schiacciasassi allo Stadium) e chi ci guadagnerà. Si può dire di tutto. Ad occhio e croce, a parte la lotta per lo scudetto (Juve, Lazio e Inter), ci sarà da vedere se l’Atalanta confermerà il suo posto in Champions; se sarà il Milan a conquistare l’Europa League dove Roma e Napoli sembrano “sicure”: Parma e Verona sono in agguato; bisognerà inoltre stabilire chi eviterà la B, oltre a Spal e Brescia. Occorrerà vedere chi sarà favorito dal calendario. Tenendo in considerazione quello delle prime tre (Juventus p. 63, Lazio 62, Inter 54), la capolista ha superato lo scoglio Inter prima della chiusura. Adesso dovrà affrontare il derby in casa, il Milan a San Siro, poi l’Atalanta, la Lazio e la Roma allo Stadium. La squadra di Inzaghi, andrà a Bergamo, a Torino contro la Juve, come detto, e affronterà Verona e Napoli fuori. L’Inter, che recupererà la partita casalinga con la Samp, andrà a Verona e all’Olimpico contro i giallorossi, poi affronterà il Napoli in casa e l’Atalanta fuori. Forse abbiamo corso molto perchè occorrerà vedere in quali condizioni di forma si presenteranno non solo i goleador (Ronaldo, Immobile, Lukaku per fare tre nomi), ma le squadre in generale: siamo sicuri che la Juve sarà quella di prima e che la Lazio e l’Atalanta torneranno brillanti ? E l’Inter ? Ma soprattutto la domandona è questa: verrà portato a termine il campionato ?
SARA’ LO “STESSO” CAMPIONATO ?
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