ROMA (ITALPRESS) – Daniela Santanchè, ministro del Turismo, è stata rinviata a giudizio a Milano con l’accusa di concorso in falso in bilancio sulle comunicazioni sociali di Visibilia tra il 2016 e il 2022. Il processo comincerà il 20 marzo. Rinviati a giudizio anche gli altri 15 coimputati del ministro.
Inevitabili le polemiche politiche, con l’opposizione che chiede le dimissioni del ministro e la maggioranza che ribadisce invece la sua fiducia alla titolare della delega al Turismo.
“Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente – afferma la segretaria del Pd Elly Schlein -. Lei, che quando era all’opposizione chiedeva le dimissioni per molto meno, ora che fa? Cambia idea anche su questo? Una Presidente del Consiglio non può usare due pesi e due misure, soprattutto verso gli amici che lei ha voluto al governo e per cui adesso è politicamente responsabile. Il processo farà il suo corso per accertare se è colpevole, ma quando le accuse sono così gravi chi ricopre le più alte cariche istituzionali deve fare un passo indietro. Daniela Santanchè si dimetta. E Giorgia Meloni deve pretendere le sue dimissioni”.
“Chi rappresenta lo Stato non può stare in una condizione del genere”, spiega Nicola Fratoianni di Avs, leader di Sinistra Italiana, mentre il presidente del M5S Giuseppe Conte ribadisce la richiesta di “dimissioni immediate della Ministra, senza volere anticipare l’esito dei processi penali. Ma un partito come Fratelli d’Italia, che ogni giorno grida allo scandalo sul periodo Covid e che fa la guerra a persone in difficoltà accusandole di fare i “furbetti” con i sussidi dello Stato, poi tiene al suo posto una Ministra che dalle evidenze sin qui emerse avrebbe fatto la “furbona” truffando lo Stato con i fondi Covid? E’ assolutamente indecoroso per le istituzioni di governo che la Ministra rimanga lì”, aggiunge. Per il leader di Azione Carlo Calenda “Daniela Santanchè si deve dimettere non perchè sia stata rinviata a giudizio, perchè il rinvio a giudizio non è una condanna, ma perchè ha portato al fallimento una società e perchè i fatti e i suoi comportamenti non sono compatibili con una carica importante come quella del ministro del Turismo”.
Quella sulle eventuali dimissioni del ministro Santanchè “è una valutazione che spetta totalmente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attendiamo serenamente che si valuti una questione che ha dei profili che ci lasciano comunque piuttosto perplessi. Rispettiamo il pronunciamento della magistratura, si faranno delle valutazioni del caso all’interno del governo”, spiega il capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, a margine di un evento a Milano.
Dagli alleati di governo sostegno a Santanchè. “Si è colpevoli dopo tre grandi di giudizio, non prima: ribadiamo la fiducia al ministro Santanchè”, si legge in una nota della Lega.
“Siamo garantisti sempre, non da oggi: si è innocenti fino alla condanna definitiva. Vale per un privato cittadino come per un ministro. Ribadiamo la fiducia di Forza Italia a Daniela Santanchè”, afferma Forza Italia, mentre il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi sottolinea: “Un rinvio a giudizio non è una sentenza di condanna, men che meno una sentenza di condanna definitiva. Per noi il garantismo vale sempre e per chiunque, perciò fino al terzo grado il ministro Santanchè è innocente e non ci sono ragioni giuridiche per cui si debba dimettere. Siamo convinti che Daniela Santanchè saprà dimostrare la sua innocenza”.
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