Il rapper italo-egiziano Mahmood vince la 69esima edizione del Festival di Sanremo con “Soldi”, secondo Ultimo, terzo posto per il Volo.
L’ultima serata del Baglioni Bis, «il Festival di Sanremo dell’armonia», «quello dello Yin e dello Yang» non parte dai saluti, ma dai ringraziamenti. «In “A qualcuno piace caldo” c’era la famosa frase “Nessuno e perfetto”. In effetti non lo sai mai se hai fatto bene o male, se c’è stato troppo spettacolo o troppo concorso. Noi abbiamo fatto il possibile affinché rimanesse nel solco di quello dell’anno passato», ha esordito Baglioni. «Hanno vinto la musica, le parole, le speranze di tanti giovani artisti e di qualcuno meno giovane che confidano nel vostro affetto, nella vostra attenzione, considerazione, anche critiche», ha continuato prima di pronunciare parole che, ad ascoltarle bene, sembrano di commiato. «Spero che questo solco non venga smesso, perché è nello Statuto e nella Costituzione del Festival della canzone italiana. Spero che rimanga tale fino al prossimo Sanremo e a tutti quelli che arriveranno», ha concluso dando inizio all’ultimo appuntamento che decreterà il 69° vincitore di Sanremo chiamando sul palco i «telecomandanti» Virginia Raffaele in un lungo abito con corpetto nero e gonna rossa e Claudio Bisio. Una serata in cui finalmente la Raffaele tira fuori, pur se solo in voce, i suoi personaggi con un mix musicale che inanella Malika Ayane, Patty Pravo, Giusy Ferreri, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni e un saluto nanniniano.
Ad aprire la gara è Daniele Silvestri con il rapper Rancore e il batterista Fabio Rondanini che al termine dell’esibizione di “Argento Vivo”, oltre a quelli del pubblico, conquistano gli applausi della sala stampa dell’Ariston. C’è poi la commozione di Anna Tatangelo cui, alla fine de “Le nostra anime di notte” scappa la lacrima. Ci sono applausi in sala stampa anche per “Rose viole” di Ghemon. Uno dopo l’altro salgono sul palco i Negrita con “I ragazzi stanno bene”, Ultimo che con “I suoi particolari” scalda la platea dell’Ariston e Nek con “Mi farò trovare pronto”. Mentre in esterna, Lo Stato Sociale e Renato Pozzetto, in playback, eseguono il classico di Cochi e Renato “La vita l’è bela” all’interno del teatro si prepara il set per Eros Ramazzotti. Il cantautore romano ripropone con Baglioni “Adesso tu”, prima a Sanremo nel 1986, oltre a ospitare Luis Fonsi, secondo e ultimo artista internazionale dopo Tom Walker a calcare il palco dell’Ariston. L’altro gruppone in gara è aperto da “Cosa ti aspetti da me” di Loredana Bertè che si guadagna la standing ovation dell’Ariston, segue Renga che, alla quinta serata ritrova la voce per cantare “Aspetto che torni” anche se ha un po’ meno serenità dopo la gaffe sulle voci maschili più gradevoli di quelle femminile al DopoFestival. Problemi tecnici per i “Soldi” di Mahmood la cui voce non risuona e deve ricominciare daccapo. Il cantante degli Ex Otago, Maurizio Carucci, alla fine dell’esecuzione di “Solo una canzone” va ad abbracciare (e baciare appassionatamente) la fidanzata in platea, i ragazzi de Il Volo raccolgono il lungo applauso con “Grande amore” ma non la standing ovation. Continuano Paola Turci con “L’ultimo ostacolo”, The Zen Circus con “L’amore è una dittatura, Patty Pravo e Briga con “Un po’ come la vita”.
Elisa, applauditissima nell’omaggio a Luigi Tenco con Baglioni in “Vedrai vedrai” lancia la volata ad Arisa che, chiude in lacrime, per le steccate in serie della sua “Mi sento bene”; Irama con “La ragazza con il cuore di latta”, Achille Lauro che con “Rolls Royce” fa scatenare la sala stampa. Poi è la volta di Nino D’Angelo e Livio Cori con “Un’altra luce”, Federica Carta e Shade con “Senza farlo apposta”, Enrico Nigiotti con “Nonno Hollywood”, i Boomdabash e la loro “Per un milione”, Einar e le sue “Parole nuove” e, infine, Motta con “Dov’è l’Italia”. Poi è solo tempo di classifiche.