«Buonasera fratelli, buonasera sorelle. In questo mondo c’è bisogno di pace. Scambiatevi un segno di pace. Questo è il Festival delle polemiche, c’era bisogno di un po’ di pace». È un Rosario Fiorello in abito talare ad aprire il Festival di Sanremo 2020. «Santo Padre non disdica il canone, non mi scomunichi… Questo è un abito di scena, quello originale di Don Matteo, uno dei pochi Matteo che funzionano in Italia», preciserà poco dopo. «Uno che da solo fa il 35%, con me si può arrivare al 40%». Un abito che, nelle irriverenti intenzioni di Fiorello, dovrebbe portare fortuna a questo 2020 «cominciato tra le disgrazie: l’Australia ha preso fuoco, abbiamo quasi sfiorato una terza Guerra Mondiale, poi il virus e adesso Sanremo. Ma il pericolo numero uno ce l’abbiamo qua: Amadeus. Mia madre, in siciliano mi ha detto: “Attento a quello che dici, se no ti finisce come Amadeus. E con quella moria di ospiti: Salmo, Jovanotti, la Bellucci qualcuno doveva andare in soccorso di Amadeus. Visto che le Sardine sono occupate, io sarò il Rocco Casalino di Amadeus».
E poi via con l’Alleluia trasformato in “Amadeus” con Fiorello a dirigere la platea dell’Ariston. Senza aver esaurito il tema clericale lo showman continua rivolto ad Amadeus: «Perdonatelo perché lui non sa quello che fa. Questi sono gli attimi che precedono la fine della tua carriera. Se questo Samnremo va male ti levano pure I soliti ignoti. Ce l’hai presente il parente misterioso, ecco quello che ti succede. E’ inutile che continui a dire c’è un bel cast: tu non devi pensare a quelli che sono qua, ma a quelli che hai lasciato a casa. Al Festival di Sanremo si entra papa, si esce Papeete», chiude con un chiaro riferimento alla visita salviniana alla spiaggia di Milano Marittima. Dopo lo scoppiettante inizio Sanremo 2020 entra nel vivo con la gara delle Nuove Proposte: promossi alle semifinali Tecla Insolia (con il 50,4% sugli Eugenio in Via di Gioia) e Leo Gassmann (con il 54% su Fadi).
L’omaggio di Tiziano Ferro, altro ospite fisso della kermesse, a Domenico Modugno con una versione swing di “Nel blu dipinto di blu” introduce ai Campioni. Si parte con la grinta di Irene Grandi con “Finalmente tu”, continua Marco Masini con “Il confronto” e poi Rita Pavone che con “Niente (Resilienza 74)” raccoglie la standing ovation dell’Ariston e gli applausi della sala stampa. Nel frattempo sul palco ad annunciare le esibizioni si palesa Diletta Leotta abbigliata in giallo oro alla quale si sostituisce poi Rula Jebreal, la giornalista palestinese la cui presenza era stata contestata. «Sanremo è un posto carico di energie bellissime, ma le scale più belle quando avevo 20 anni, quelle dell’aereo che mi ha portato in Italia – ha detto -. Stasera parliamo al cuore degli italiani e cerchiamo di fare tutti un passo in avanti e – rivolgendosi ad Amadeus -, ecco un altro consiglio semplice: cerchiamo di non fare gaffe». La gara continua e non passa inosservato, almeno per il look in tutina trasparente glitterata, Achille Lauro che, mentre canta “Me ne frego” si denuda dopo essere entrato con una cappa che lo ricopre per intero.
Difficile che Fiorello non approfittasse della provocazione (che, poi, un comunicato ci spiegherà essere la celebre scena attribuita a Giotto in una delle Storie di San Francesco della Basilica Superiore di Assisi): «Giovedì io sarò ospite con Achille Lauro all’Altro Festival… e la cosa bella è che io sarò vestito così». Continuano Diodato con “Fai rumore”, Le Vibrazioni con “Dov’è” con l’orchestra diretta da Beppe Vessicchio che torna all’Ariston e raccoglie applausi. La prima reunion (che, però, non è una novità) del 70° Festival di Sanremo è quella di Al Bano, che ha rischiato di cadere dalla scalinata, e Romina presentati dalla figlia Romina, «che 33 anni fa – ha ricordato Amadeus – era già stata inconsapevolmente all’Ariston nella pancia di mamma». Anche per loro applauso dell’Ariston e cori in sala stampa, più per i classici che per l’inedito firmato anche da Cristiano Malgioglio. Il ritorno sul palco di Tiziano Ferro con l’omaggio a Mia Martini con “Almeno tu nell’universo” fa piombare il cantante di Latina nelle lacrime perché è impossibile raggiungere la perfezione di Mia Martini. Ma gli applausi non mancano nonostante la defaillance che, verso la fine, farà dimenticare con la sua “Accetto miracoli”. E ancora il monologo sulla bellezza che sfiorisce di Diletta Leotta che dialoga con nonna Elena in prima fila. Il cast de “Gli anni più belli di Muccino” con Emma, che poi si esibirà anche in piazza Colombo nel palco esterno del Festival, anticipa la carrellata finale che vede Elodie con “Andromeda”, Bugo e Morgan con “Sincero”, Alberto Urso con “Il sole a Est”, Riki con “Lo sappiamo entrambi”, Raphael Gualazzi con “Carioca”. Contro la violenza sulle donne, sul finale, Gessica Notaro e Antonio Maggio cantano la nuova “La faccia e il cuore”, Rula Jebreal elenca i numeri “spietati” (“ogni 3 giorni è stata uccisa una donna”), racconta lo stupro della madre. “Che non si chieda mai più a una donna che è stata stuprata com’era vestita quella notte”, conclude.
(ITALPRESS).