BARI (ITALPRESS) – La realtà GVM Care & Research in Puglia è stata riconosciuta nel programma nazionale Esiti di Agenas miglior “case mix” in Italia, sulla scorta del rapporto tra il numero di bypass eseguiti e gli esiti degli interventi con una mortalità pari a zero. Su tale argomento ha tenuto questa mattina una conferenza stampa a Bari, nella sala di Jeso del palazzo della presidenza della Regione Puglia, il governatore Michele Emiliano, insieme al vicepresidente di GVM Care & Research e direttore del Dipartimento Cardiovascolare degli ospedali pugliesi GVM professore Giuseppe Speziale e all’ad della struttura Eleonora Sansavini.
“La Puglia – ha affermato Emiliano – è sul tetto d’Italia per quanto riguarda la cardiochirurgia nel suo complesso, perchè abbiamo fatto passi avanti straordinari. Abbiamo aperto da quando io sono presidente due nuove cardiochirurgia pubbliche a Foggia e a San Giovanni Rotondo. Abbiamo portato il Centro trapianti del Policlinico di Bari, che era al minimo storico in Italia, a essere il primo centro di trapianti di cuore d’Italia. Oggi stiamo presentando, nelle Olimpiadi di cui stiamo parlando, i centometristi, cioè quelli che sono riusciti a battere il record di velocità e di precisione. Anthea, col suo centro di cardiochirurgia, è l’ospedale italiano di cardiochirurgia con zero mortalità e col più alto numero di soggetti operati nel più breve tempo possibile con una complessiva capacità di intervento che ovviamente non è solo cardiochirurgica, ma è anche legata alla cosiddetta emodinamica, cioè a quegli interventi che non necessitano di operazione cardiochirurgica, ma che si possono soddisfare anche semplicemente attraverso gli strumenti che vengono utilizzati per liberare le arterie che sono occluse”.
“E’ un mix – ha proseguito – pubblico-privato non in concorrenza. Anzi, devo ringraziare il gruppo Gvm perchè ci ha fornito una collaborazione molto importante anche in vista dell’apertura della cardiochirurgia di Foggia, consentendo al professor Paparella di continuare a operare in attesa che Foggia fosse disponibile. E’ un gruppo che fa i record, ma non li fa con lo spirito di considerare la sanità solo un business. Ovviamente devono rispettare le regole di bilancio, come d’altra parte anche le Asl, ma con uno spirito di collaborazione che mi rende difficile distinguere il gruppo Gvm da un ospedale pubblico per il modo in cui essi affrontano e tutelano il diritto alla salute”.
“Oggi – ha aggiunto il presidente – è una gran bella giornata, anche perchè io ho sempre sognato una struttura sanitaria così, dove il pubblico detta le regole (perchè un ospedale privato accreditato rispetta le regole che vengono date dal pubblico, che non è una cosa da poco) e però collabora e raggiunge risultati straordinari, valorizzando la professionalità locale e soprattutto dandoci la possibilità di operare qui tanti cittadini pugliesi, ma anche di altre regioni, che altrimenti sarebbero costretti a lunghi viaggi della speranza. Si sta capovolgendo la classifica, un pò come nella Coppa Davis di tennis. Fino a qualche anno fa eravamo sempre in difficoltà, adesso la Puglia piano piano… Ovviamente questo non è uno sport dove basta avere uno, due o tre grandi tennisti. Questo è uno sport, la sanità, molto difficile, drammatico in alcuni casi, dove serve un coro di collaborazione e di organizzazione industriale. Il professor Speziale e l’amministratore delegato, la dottoressa Sansavini, ci hanno appena spiegato che il modello organizzativo delle cardiochirurgie pugliesi adesso diventerà il modello organizzativo di tutte le altre undici cardiochirurgie che il gruppo ha nel resto d’Italia. Significa che lavorare bene, lavorare in armonia in collaborazione anche con le università pugliesi, sta dando ottimi risultati”.
“Mi pareva giusto sottolinearlo”, ha rivendicato poi, “anche perchè c’è una battaglia che dobbiamo fare come Puglia, che è quella sui tetti di spesa: questa cardiochirurgia ha un tetto di spesa massimo, che peraltro fa spendere più soldi alla Regione, perchè se qualcuno va fuori regione a causa di questo tetto paghiamo 100; se invece il tetto non esistesse, noi qui pagheremmo 50. Questo meccanismo, secondo me, tutela soprattutto la sanità lombarda, la sanità che è stata costruita per attrarre pazienti da fuori regione e che adesso ovviamente è in difficoltà se le Regioni crescono e recuperano i pazienti, perchè rischiano di dover riorganizzare il loro sistema. Questa battaglia va fatta perchè la mobilità passiva determina una penalità anche economica per la sanità pugliese, io questo non posso permetterlo”.
“Alla fine di nove anni di lavoro durissimo”, ha concluso Emiliano, “molti dei quali li ho trascorsi come assessore alla Sanità, ci hanno permesso di capovolgere la situazione. La sanità pugliese è cresciuta come livelli essenziali di assistenza negli ultimi cinque anni come nessun’altra regione italiana, adesso siamo tra le prime regioni italiane, mentre in passato eravamo l’ultima. Quando qualcuno mi dice sempre che la sanità non funziona, dico: premesso che la bacchetta magica non ce l’ha nessuno, però qui sembra quasi che in alcuni settori (non in tutti, perchè dobbiamo migliorare in tanti settori) la bacchetta magica sia intervenuta. Ringraziamo il destino e il Signore, perchè ci ha fatto cogliere questi risultati”.
– Foto: xa2/Italpress –
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