“Sull’immigrazione la situazione è pesante per l’Italia, per anni abbiamo fatto presente che nessuno ci ascoltava, poi siamo arrivati noi e lo abbiamo ribadito con più forza, continueremo a salvare vite con piacere ma non possiamo accogliere tutti, si deve rivedere la protezione umanitaria, su cento, sette sono richiedenti asilo”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ospite di Agorà su Rai Tre.
“Che documento si prepara al vertice europeo? Non possono dire ‘Li aiuteremo, ma tra un annetto’, serve un aiuto adesso, non tra un annetto – ha aggiunto Salvini -. Domenica e giovedì Conte sarà a Bruxelles, o c’è una proposta utile a difendere confini, sicurezza e diritti dei rifugiati veri, oppure osiamo dire no. Sulla carta sono tutti d’accordo con noi, gli altri paesi europei, se cambiano le regole bene, altrimenti si dice no, vediamo se dalle parole passiamo ai fatti. Ma io sono ottimista, si arriverà a un accordo”. Tra le proposte del governo gialloverde c’è quella di “creare centri di identificazione nel nord Africa, dove si può decidere chi può partire e chi no”.
“Bisogna vedere se dalle parole passeranno ai fatti dopo anni di chiacchiere, anche perché io ricordo che l’Italia ogni anno regala sei miliardi all’Ue. Io non posso pagare sei miliardi ed in cambio avere due dita negli occhi. Non vorrei esser costretto a ridiscutere questi sei miliardi”, ha sottolineato il ministro.
“La pacchia dei migranti? Se uno sta in un albergo, penso a Bormio in alta Valtellina, è una località di vacanza bellissima, vacanze che molti italiani non si possono permettere da tempo, se uno sta per due anni in un albergo non scappando da nessuna guerra e avendo garantiti colazione, pranzo e cena, telefonino e televisione, secondo lei cosa è?”, ha poi detto Salvini rispondendo alla domanda sull’opportunità dell’uso di termini come ‘pacchia’ e ‘crociera’ in tema di immigtrazione.