“Ci sono Paesi europei, tra cui la Francia, che propongono la creazione di hotspot dell’accoglienza in Italia: questo sarebbe un problema per noi e per la Libia stessa perché i flussi della morte non verrebbero interrotti. Noi invece abbiamo proposto dei centri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come l’Italia”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, su Facebook, riprendendo un passaggio del suo intervento all’incontro a Tripoli con il suo omologo libico Abdulsalam Ashour.
Salvini ha anche incontrato il premier Fayez al Serraj e il suo vice Ahmed Maitig. “L’Italia ha intenzione di giocare un ruolo centrale in Libia nel favorire la riconciliazione e la stabilità, costruendo sulla base della sua esperienza unica, la credibilità con tutte le parti, la presenza e il lavoro quotidiano attraverso l’ambasciata a Tripoli”, ha detto il vicepremier italiano ad al Serraj, secondo quanto riferisce su Twitter l’ambasciatore italiano nella capitale libica Giuseppe Perrone.
“Affronteremo la questione della sicurezza e dell’immigrazione, ma il rapporto tra Italia e Libia è privilegiato, unico, anche per altri settori. Il nostro obiettivo è rafforzare la cooperazione con la Libia sul fronte industriale, commerciale, turistico, energetico”, ha poi affermato nel corso della conferenza stampa con Maitig. Quest’ultimo dal canto suo ha chiarito: “Abbiamo diversi punti in comune con la strategia europea per la gestione dell’immigrazione, ma respingiamo categoricamente la presenza di campi per migranti in Libia, va contro la legge e il volere dei libici”.