E’ bastata la giornata di Ferragosto per rimescolare le carte in tavola. Ventiquattro ore prima Salvini sembrava irremovibile nel “rompere” con i cinque stelle, poi il ripensamento e l’apertura verso i soci di maggioranza. “Sono orgogliosamente ministro dell’Interno e spero di esserlo ancora a lungo” aveva fatto sapere nella serata di ieri il vice premier, aprendo in questo modo spiragli per rinsaladare l’alleanza gialloverde. Ma il tentativo di ricucire non sembra, almeno fino al pomeriggio, avere sortito grossi effetti nel Movimento cinque stelle. Luigi Di Maio, che ieri aveva commentato la rottura del leader leghista con un’amara riflessione (“la frittata è fatta”), oggi è apparso ancora più rigido e pronto allo “scontro”. Su Facebook lancia la sfida ai leghisti: “Aspettiamo le forze politiche il 20 agosto in aula. Chi sfiducerà Conte lo farà per evitare che si voti il taglio dei parlamentari. Questa è la verità”. Sfida accettata da Salvini che attraverso un tweet si è detto disposto a votare in aula il taglio dei parlamentari, dimostrandosi in questo modo disponibile a rinviare la crisi. “A differenza del Pd – ha osservato il ministro degli Interni – la Lega ha già votato e voterà ancora per il taglio dei parlamentari”.
Sul clima generale all’interno della maggioranza pesano però come macigni le parole utilizzare ieri dal premier Conte in una lettera inviata a Salvini. Il presidente del Consiglio, ha usato parole dure e dirette nei confronti del suo vice, accusandolo di “ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula porti chiusi” e rimproverandogli di avere “operato slabbrature istituzionali, che a tratti sono diventati veri e propri strappi istituzionali”. Intanto il leader leghista deve fare i conti con le perplessità interne alla Lega manifestate dal suo vice Giancarlo Giorgetti. A commentare il riavvicinamento degli alleati, fino a ieri ad un passo dal divorzio, Matteo Renzi. “Salvini – scrive sui social- sente scivolarsi via la poltrona e sa che solo con il potere potrà avere ancora un (breve) futuro. Il capitano si è impaurito di brutto. E dunque offre tutto a Di Maio. Scene da far impallidire il calciomercato. Adesso vedremo che cosa farà il Movimento Cinque Stelle: può davvero accadere di tutto”. Renzi ha riconfermato l’intenzione di dare vita ad un nuovo esecutivo: “Siamo pronti a un governo istituzionale per salvare le famiglie dall’aumento dell’Iva e per evitare che l’Italia sia isolata in Europa”.
Prospettive su accordi prossimi che non appassionano il segretario del Pd Nicola Zingaretti che anzi sembra prendere le distanze dalle posizioni renziane. “Continuo a pensare che aprire dibattiti su Governi futuri prima che quello in carica cada sia un errore. L’esperienza del governo populista è fallita. Il Pd è pronto per andare alle elezioni e proporre un’idea diversa rispetto al Paese dell’odio. Diciamo no a qualsiasi ipotesi di Governo pasticciato e di corto respiro. Solo nello sviluppo dell’eventuale crisi di Governo sotto la guida autorevole del presidente Mattarella – aggiunge – si potranno verificare le condizioni numeriche e politiche di un Governo diverso con una larga base parlamentare che nasca non tutti i costi ma dalla reale possibilità di trasformare l’Italia”.