Il “matrimonio del secolo” non si celebrerà. Dopo una lunga riunione del Cda di Renault, infatti, Fca ha deciso di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata ai francesi. FCA “continua a essere fermamente convinta della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui e’ stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. E’ tuttavia divenuto chiaro – precisa in una nota – che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perche’ una simile fusione proceda con successo”.
Ha pesato l’ingerenza della politica, dovuta alla presenza diretta nel capitale di Renault del Governo francese, che detiene il 15%. “Il Cda – si legge in una nota – non e’ stato in grado di prendere una decisione a causa della richiesta espressa dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto a un Consiglio successivo”. Mano a mano che passavano i giorni, Renault ha forse compreso che poteva diventare solo uno strumento per arrivare a Nissan e Mitsubishi, che in un’ottica globale erano le prede più ambite da Fca. Tramite la grande “alliance” infatti, John Elkann mirava ad avere un partner forte in Asia, completando l’espansione globale di Fca. Ma da Tokyo non ci hanno mai creduto, nonostante le parole al miele di Elkann contenute in un’intervista al quotidiano nipponico Nikkei. Arrivare a Nissan e alla controllata Mitsubishi, di cui detiene il 38%, avrebbe dato un altro colpo forte all’autostima nipponica, la cui fiducia nei manager stranieri è ai minimi dopo l’arresto di Carlos Ghosn, l’uomo che ha dato vita all’asse Renault-Nissan.
I “nodi” erano, in particolare, il mantenimento in Francia del quartier generale, dare una rappresentanza in consiglio allo stato francese e non toccare i livelli occupazionali e gli stabilimenti. Dalla stampa giapponese emerge anche un altro tema, che per Nissan è importante: il fatto che la priorità di Fca è quella di eliminare il debito che si porta in carico dal 2014 non lascia al gruppo le mani sufficientemente libere per effettuare importanti investimenti nella nuova generazione di veicoli elettrici e in altre tecnologie avanzate. Una fusione con Renault potrebbe garantire l’accesso di Fca alla tecnologia di Nissan a costo zero, La conferma che, alla fine, la vera perla del diadema sarebbe proprio quella giapponese. Fca per il futuro lascia poco spazio, visto che si parla di “implementare la propria strategia indipendente”. Che si tratti di una mossa del cavallo, per rilanciare l’offerta è da capire, come si scoprirà solo tra un po’ se la ritirata odierna sia una buona notizia per l’Italia.