Un libro che racconta i segreti dei tesori di Abu Simbel, ma anche la ricerca e le competenze tecniche e scientifiche di coloro che resero possibile il salvataggio dei templi dalle acque della diga Assuan. A 50 anni dall’impresa, Salini Impregilo ne celebra l’eccezionalità con la pubblicazione di «Nubiana», il volume che mostra centinaia di immagini provenienti dall’archivio del gruppo, infografiche ed esperienze in realtà aumentata.
La Impregilo infatti, fu una delle società che risposero all’appello lanciato nel 1960 dall’Unesco per evitare che quei templi si perdessero per sempre. «Non solo abbiamo voluto celebrare quegli uomini e quelle donne che hanno salvato e messo al sicuro Abu Simbel – ha commentato Pietro Salini, amministratore delegato di Salini Impregilo a margine della presentazione svoltasi alla Triennale di Milano – ma abbiamo voluto ricordare anche che il lavoro è la chiave per il futuro. Gli uomini del passato, le grandi civiltà, pensavano al futuro in termini dei prossimi millenni, oggi in questo Paese invece non riusciamo a pensare ai prossimi due anni. Forse sarebbe meglio riuscire a concentrare tutte le grandi capacità e le competenze per fare un piano, per pensare a come ricostruire questo Paese e dargli un futuro». Nel corso della serata si è spesso fatto riferimento all’attualità, in particolare al tema degli investimenti in infrastrutture e grandi opere messe sotto esame dall’analisi costi-benefici.
«Le infrastrutture servono a essere competitivi e non periferici – ha commentato l’ad Salini a margine dell’evento – penso alle grandi opere al Nord e al Sud Italia, a esempio l’autostrada Del Sole, all’inizio c’era gente contraria all’opera, oggi immaginare qualcuno che pensa ancora così è difficile. Non bisogna pensare alle infrastrutture in termini immediati, guardando al domani in senso stretto, ma bisogna tenere conto dei prossimi 50 anni e questa visione di lungo periodo manca. L’analisi costi benefici è un modo di pensare, aiuta a gestire nuovamente quelle che erano le difficoltà che comunque esistono nel realizzare grandi infrastrutture, ma bisogna superarle e riuscire a mettere insieme le ragioni per fare, non solamente quelle per non fare».
Dello stesso parere anche Domenico Siniscalco, vice chairman and country head Italy di Morgan Stanley.
«Bloccare le infrastrutture in un momento in cui si entra in recessione è come imporre la dieta al malato – ha detto intervenendo durante la presentazione del libro – non si tratta di cementificare il Paese, le infrastrutture devono essere utili, ma l’impatto di lungo termine deve essere tenuto in considerazione, bisogna prendere in esame tutte le diverse dimensioni di un progetto infrastrutturale». Oltre al presidente della Triennale Stefano Boeri, nel corso della serata è intervenuto anche Beppe Moiso, curatore e responsabile dell’archivio storico del Museo Egizio di Torino che ha definito il libro una preziosa «testimonianza che racconta il miracolo compiuto da Salini affinché resti nelle generazioni future» e l’ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto, Hisham Mohamed Moustafa Badr che ha ringraziato per l’opera di salvataggio compiuta per «salvare un grande tesoro del passato» e le celebrazioni che oggi la ricordano.