CAGLIARI (ITALPRESS) – “Tre decenni in cui si rinnova l’orgoglio della gente di Sardegna, in cui ci si richiama a valori comuni di unità e di condivisione, in cui si celebrano i valori più alti dell’autonomia, della cultura e di una storia millenaria. La legge n. 44 istitutiva de “Sa Die” venne pensata per ufficializzare e solennizzare il ricordo di uno dei momenti più significativi della storia moderna della nostra Isola. Il provvedimento segnò l’avvio di una nuova stagione politica più attenta ai temi delle identità, generò una profonda riflessione sulla necessità di pensare a un nuovo modello di gestione dell’istituto autonomistico e incentivò lo studio della nostra specialità rapportandola al mutare dei tempi. Da allora, ogni 28 aprile, le istituzioni isolane, la società civile e il mondo della cultura rivivono con orgoglio quello che è il giorno che ricorda il riscatto dei sardi dall’oppressione e dalla tirannia piemontese alla fine del Settecento”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Michele Pais aprendo la seduta celebrativa de Sa Die de sa Sardigna nell’assemblea regionale.
“Una giornata che oggi si riempie di nuovi significati e diventa quanto mai attuale visti i temi all’attenzione del dibattito politico: specialità, autonomia differenziata, rapporto con le altre Regioni – ha aggiunto – Il dibattito sul regionalismo differenziato può e deve rappresentare un’occasione di rilancio della nostra Autonomia e della nostra specialità. Guai se non fosse così. Dobbiamo opporci con ogni mezzo al paventato neocentralismo che potrebbe mettere in discussione le prerogative sancite e conquistate con il nostro Statuto. È necessario rendere, però, lo Statuto speciale della Sardegna più moderno e più adatto alle esigenze e alle sfide che si stanno aprendo anche in ambito europeo e che devono vedere la Sardegna protagonista”.
Per il presidente del Consiglio è necessario però un cambio di passo nell’attuazione delle prerogative previste nello Statuto: “Per attuare la specialità sono necessari interventi coordinati e permanenti tra lo Stato e la singola Regione speciale – ha sottolineato Pais – ma anche risorse aggiuntive necessarie per colmare gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità, che non possono essere affrontati con i soli strumenti autonomistici. Siamo consapevoli che la tirannide da sconfiggere è oggi rappresentata dalla arretratezza delle infrastrutture materiali e digitali e da tutti quei fattori che impediscono lo sviluppo, creano povertà o impediscono la piena espressione delle potenzialità culturali di cui la nostra terra è ricca. Un passo avanti è stato fatto nel 2022 con l’approvazione da parte del Parlamento della proposta di legge per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione. Un passo importantissimo, ma solo un primo tassello. Ora, i sardi, devono pretendere interventi sistematici, inseriti in un piano strategico, affinché il principio di insularità trasformi “l’essere isola” in opportunità”.
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