RUGGITO VETTEL, FERRARI VINCE A CASA MERCEDES

Scacco al re. Un ruggito tinto di rosso scuote Silverstone e come nei migliori auspici di Sebastian Vettel, la magia Mercedes si spezza. Sul circuito che negli ultimi cinque anni aveva sempre visto le Frecce d’Argento trionfare, è stavolta la Ferrari a prendersi il gradino più alto del podio, con Kimi Raikkonen terzo a completare la festa. Un successo che a Maranello mancava dal 2011 – allora grazie a Fernando Alonso – e che porta prepotentemente la firma di Vettel, 51 vittorie in carriera come un certo Alain Prost. Un successo che parte dalla qualifica di ieri, con quella prima fila ottenuta stringendo i denti, e costruito oggi giro dopo giro sin dalla partenza. Più forte del mal di collo e di una tradizione che lo aveva visto imporsi sulla pista inglese solo nel 2009, Vettel approfitta della partenza al rallentatore di Hamilton per portarsi in testa, non si scoraggia quando si ritrova in mezzo alle due Mercedes dopo la doppia safety-car nè quando Bottas respinge i suoi primi assalti. E a cinque giri dalla fine piazza il sorpasso vincente sulla Mercedes del finlandese che gli permette di guadagnare qualche altro punto sul rivale (171 contro 163). “La safety car ha reso tutto più frizzante ma è stata una bella battaglia con Valtteri – può sorridere Vettel – Ho spinto come un pazzo, non è stato semplice trovare un modo per passarlo ma credo di averlo sorpreso. Una giornata fantastica, abbiamo vinto a casa loro”. “Siamo in casa della Mercedes, non era facile vincere qui, Sebastian ha guidato come un leone”, concorda Arrivabene, che porta due Rosse sul podio a Silverstone per la prima volta dal 2004, dalla doppietta Schumacher-Barrichello.
E questo grazie anche a uno straordinario Kimi Raikkonen, che attacca subito Hamilton, si becca 10 secondi di penalità, gioca d’anticipo nella prima sosta e poi mette in atto una splendida rimonta, condita dalla lotta con Verstappen e dal sorpasso a Bottas nei giri finali che vale la terza piazza. In mezzo alle due Rosse un Hamilton che per come si era messa la gara limita i danni ma di certo avrebbe voluto raccogliere di più in un circuito dove aveva sempre vinto nelle ultime quattro edizioni. Il pilota anglo-caraibico paga il pessimo avvio – dove si fa superare da Vettel e Bottas – e un po’ di sfortuna, con quel contatto con Raikkonen alla curva 3 che lo manda in testacoda. Dalla pole all’ultimo posto, Hamilton parte all’arrembaggio, risale in un amen fino alla sesta posizione, lascia passare Bottas dopo la prima sosta nella speranza che possa infastidire Vettel e alla fine, grazie all’incidente di Ericsson e al contatto Sainz-Grosjean che rallentano i ritmi della gara, non ha bisogno di tornare ai box e il secondo posto finale è oro colato. “Mi dispiace non essere riuscito a regalare la vittoria a questo pubblico che mi ha aiutato in una giornata difficile. Ma non ho mollato mai e, credetemi, mai lo farò. Chiudere secondo e perdere solo 7 punti è una benedizione. Il problema è stata la partenza? No, la Ferrari che mi ha colpito”, replica a muso duro Hamilton, al quale non basta il mea culpa di Raikkonen (“è stato un errore mio, ho accettato la penalità e sono tornato a lottare”) scatenando una polemica a cui partecipano anche l’ex dt della Ferrari Allison (“incompetenti”) e Arrivabene (“bisogna saper perdere”).
Nemmeno il quarto posto di Bottas può far sorridere la Mercedes. Il finlandese, quando la seconda safety-car è rientrata, si è ritrovato al comando della gara a 10 giri dalla fine, guidando un mini-trenino di 4 piloti – le due Frecce d’Argento e le due Ferrari – raccolti in un paio di secondi. Ma da primo si è ritrovato quarto, cercando inutilmente di resistere a Vettel prima e Raikkonen poi. Probabilmente la scelta di puntare su un solo cambio gomme si è rivelata azzardata e con qualche giro in più Daniel Ricciardo avrebbe potuto pure lui superarlo. Alla fine per l’australiano un quinto posto che salva solo in parte una gara anonima per le Red Bull, con Verstappen che, sorpasso all’esterno su Raikkonen a parte, resta in ombra ed è poi costretto al ritiro. A completare la Top Ten cinque scuderie diverse (Renault con Hulkenberg, Force India con Ocon, McLaren con Alonso, Haas con Magnussen e Toro Rosso con Gasly) mentre resta a bocca asciutta la Sauber: sfortunato Leclerc, la cui gara si chiude dopo 18 giri mentre era in piena lotta per andare di nuovo a punti.
(ITALPRESS).

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