ROMA (ITALPRESS) – “Noi liberisti siamo pragmatici, non ci sentiamo super eroi ma per risolvere i problemi di Roma va chiuso il capitolo del Comune imprenditore che ha fallito e fare delle gare. Il nostro metodo è quello dell’ingresso della libera impresa nella partecipazione dell’amministrazione”. Così Andrea Bernaudo, candidato sindaco di Roma per i Liberisti Italiani, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
“La rivoluzione liberale del 1994 in Italia non è stata attuata, c’è l’idea che si possa essere liberali su alcuni principi tipo la giustizia e i diritti civili ma quando si mette mano all’economia si torna statalisti e socialisti. Ci ritroviamo un Paese dove l’energia viene integralmente importata, anche quella che potevamo estrarre in autonomia – ha spiegato -. La transizione ecologica si sta traducendo per gli italiani in un aumento delle bollette. Per non parlare dell’aumento delle tasse sugli immobili che porterà la riforma del catasto discussa dal Governo e rispetto alla quale noi siamo contrari”, ha poi detto Bernaudo prima di affrontare il tema dei rifiuti nella Capitale.
“Il risultato della differenziata spinta, dei tabù sui termovalorizzatori è quello che vediamo nelle strade di Roma. Noi proponiamo la liberalizzazione della raccolta così come quella del trasporto e di tutti i servizi gestiti da Roma Capitale. A Roma c’è la pretesa che il Comune debba fare tutto – ha proseguito -. Ama non raccoglie i rifiuti, ha fallito la sua missione, noi vogliamo la sua chiusura e che si facciano delle gare, chi vince deve assolutamente interrare i cassonetti. La Regione e il Comune non sono riusciti a fare un protocollo per contenere la popolazione dei cinghiali, il loro proliferare indiscriminato crea problemi all’ecosistema, agli altri animali selvatici e può crearne ai nostri domestici perché portano malattie, possono uccidere e causano incidenti. C’è bisogno di sinergia con il privato anche per quanto riguarda il verde di Roma. Abbiamo proposto che i parchi delle periferie, spesso degradati o ridotti a piazze di spaccio, vengano dati in concessione gratuita sulla base di gare a giovani startup per aprire bistrot o organizzare attività outdoor con l’obbligo, da parte di chi vince il bando e che trarrà profitto da questa concessione di aree del Comune, di manutenere la loro area e quella circostante. Il Comune di Roma non deve più intermediare e porre vincoli ma far partecipare i privati chiedendo in cambio una mano”.
Per quanto riguarda il welfare, Bernaudo ha spiegato che “definirsi liberisti non vuol dire non avere cura dei veri indigenti, anzi il contrario. Ci si è approfittati di un welfare parassitario e che ricade sulle spalle dei ceti produttivi. Noi vogliamo avere più cura di chi davvero non ce la fa. In Italia c’è un problema sistemico che aggredisce i ceti produttivi. Quante aziende massacrate, vanno via dal Paese. Il problema non lo risolvi obbligandole a restare ma importando quei sistemi fiscali che attirano le aziende nei loro paesi”, ha concluso il candidato sindaco.
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