
ROMA (ITALPRESS) – “Il tema della conciliazione vita-lavoro è fondamentale, non solo come aiuto per le famiglie ma anche come strumento di libertà femminile: gravidanza, parto e allattamento sono un’esclusiva delle mamme e il legame fisico e psicologico che si instaura tra madre e figlio si riverbera anche negli anni successivi”. Così la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, durante il question time a Montecitorio. “L’occupazione femminile al 53% con 10 milioni di lavoratrici è indicativa degli sforzi che stiamo compiendo. Non è un punto di arrivo, ma certamente un buon punto di partenza. Sul fronte della conciliazione vita-lavoro – ha aggiunto – abbiamo investito molto, portando il congedo parentale dal 30% all’80% della retribuzione per tre mesi, rendendo sostanzialmente gratuito l’asilo nido, rifinanziando i centri estivi con un aumento di risorse rispetto alla scorsa legislatura”.
Roccella “Industria farmaceutica avanti sul welfare aziendale”
“Prevedendo fringe benefits per i lavoratori con figli, introducendo una decontribuzione per le madri lavoratrici dai due figli in su e sgravi per l’assunzione delle donne, identificando nel lavoro femminile un parametro premiante nella riforma degli incentivi pubblici e portando avanti la certificazione per la parità di genere per le imprese con il raggiungimento di 6.846 organizzazioni certificate, a fronte di un target Pnrr che ne prevedeva 800 entro giugno 2026. Come ministero abbiamo infine promosso un codice ad adesione volontaria per la continuità di carriera e il reinserimento lavorativo delle madri, allo scopo di mettere in rete le buone pratiche di welfare aziendale: nella stessa direzione c’è un’iniziativa per avviare un iter per il riconoscimento di aziende e organismi family friendly, che mettano in campo politiche a favore delle famiglie”, ha proseguito Roccella.
“Rispetto alla scorsa legislatura l’assegno unico per le famiglie non solo è stato aumentato, accrescendo la spesa di 4 miliardi di euro, ma è stato difeso in assoluta solitudine dalla procedura di infrazione europea: la sinistra dopo aver votato questo provvedimento si è schierato con le argomentazioni mosse dall’Europa. Il Family Act che siamo accusati di non voler attuare – ha aggiunto in chiosa – è un catalogo di buone intenzioni, ma sostanzialmente privo di copertura finanziaria: il governo lo ha superato con politiche finanziate con risorse vere, che nelle sole leggi di bilancio ammontano a oltre 4 miliardi e producono benefici netti per le famiglie stimati in 16 miliardi per il 2024”, ha poi concluso la ministra.
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