I contorni della proposta di legge che vorrebbe risolvere problemi di sovrapposizioni tra enti e ridisegnare la governance del territorio agricolo all’interno dell’area protetta della Maremma, sono stati affrontati dalla commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale della Toscana, presieduta da Gianni Anselmi (Pd). Nel corso della seduta di ieri, mercoledì 13 novembre, i commissari hanno ascoltato tutti i soggetti interessati, tra cui sindacati e organizzazioni agricole, per “raggiungere un livello avanzato di riflessione e condivisione”, ha dichiarato il presidente Anselmi.
Se il disegno di legge ha riscosso “generale apprezzamento”, ci sono state richieste giudicate “inaccettabili” dal capogruppo Pd, Leonardo Marras, che ieri ha partecipato alla seduta della seconda commissione. Fai Cisl Toscana ha infatti auspicato una “veloce approvazione senza ulteriori ritardi e emendamenti”, pena “ricadute di carattere sociale e occupazionale importanti”.
L’accusa mossa dalla federazione agricola di non procedere speditamente all’approvazione della proposta di legge e l’esortazione a non prevedere modifiche al testo così come depositato, non sono piaciute a Marras: “Non accetto questo atteggiamento di diffida. Nel legittimo e doveroso rispetto di suggerimenti e osservazioni, rappresentiamo un’assemblea legislativa eletta che ha il dovere di operare scelte politiche. Se c’è un ritardo, è semmai da imputare a volontà non ancora definite”. “Stiamo ragionando – ha continuato Marras – se la proposta è la migliore possibile. L’attività agricola in zona protetta è elemento essenziale per raggiungere quegli obiettivi conservazionistici propri dell’area naturalistica”.
Il capogruppo ha poi risposto ai dubbi sollevati anche da Uil e Cgil. Nell’articolato si prevede una rivisitazione della dotazione organica con il passaggio dal contratto collettivo nazionale di lavoro agricolo a quello nazionale di funzioni locali, per il personale tecnico, e nazionale regioni locali – area dirigenza, per i dirigenti. Riguardo a questa trasformazione, i sindacati hanno manifestato il timore che gli operai agricoli “siano tagliati fuori”. Su questo rischio paventato di un atteggiamento “iniquo e di disparità”, Marras ha voluto rassicurare: “Approfondiremo la questione. Diciamo no ad assunzioni di impegni diversificati tra lavoratori”.
Nel complesso, comunque, la proposta piace, anche se le posizioni su gestione unitaria e maggiore sinergia tra Ente Terre e Parco della Maremma non sono tutte concordi. Per Confagricoltura il Parco regionale dovrebbe avere un “ruolo fondamentale nella gestione del turismo, dell’agriturismo e della fruibilità”. Per gli aspetti definiti “più legati al territorio” e quindi l’attività agricola stretta, il “riferimento corretto – a detta della Federazione – resta Ente Terre”. Diversa la posizione della presidente del Parco Lucia Venturi: “La gestione diretta dei terreni è importante perché l’agricoltura è un valore sostanziale e caratterizza fortemente l’area protetta”. Venturi ha ricordato che la Comunità di riferimento “ci ha creduto a tal punto da aver coniato un marchio collettivo di qualità oggi riconosciuto a venticinque aziende e che si basa su un disciplinare molto rigido”.
Una proposta per la redazione di un “Piano agricolo triennale” è arrivata da Cia Toscana. Suggerimento tenuto in considerazione dal capogruppo del Pd, che ha assicurato una “riflessione approfondita”.
(ITALPRESS).