CATANIA (ITALPRESS) – Si è tenuta mercoledì 30 ottobre a Catania la Conferenza annuale del CoEHAR coordinata dal fondatore del Centro di Ricerca dell’Università di Catania, professore Riccardo Polosa e dal suo direttore, professore Giovanni Li Volti.
Al centro del dibattito scientifico due temi importanti: la prevenzione della salute orale e quella del sistema cardiovascolare. Tra i 25 illustri relatori anche numerosi esperti di riduzione del danno e dipendenze patologiche provenienti dalle più prestigiose università americane.
“Combattere l’incidenza delle malattie fumo correlate è il nostro obiettivo ma quando abbiamo a disposizione a livello globale prodotti a rischio ridotto, addirittura tra l’80 ed il 90% meno tossici rispetto alle sigarette convenzionali, in realtà la risposta è già nelle nostre mani come hanno dimostrato molti paesi virtuosi”, ha spiegato il professore Riccardo Polosa.
La Svezia, infatti, grazie agli strumenti di riduzione del danno ha ridotto la percentuale di fumatori al 5,6%, con un’incidenza di cancro inferiore del 41% rispetto ad altri Paesi dell’UE e un totale di decessi per cancro inferiore del 38%. Il Regno Unito è riuscito a ridurre il tasso di fumo di cinque punti in soli cinque anni, arrivando al 12% attuale. In Nuova Zelanda il numero di fumatori è sceso dal 15,1% nel 2018 all’8% nel 2022. “Si tratta di popoli che riusciranno a diventare smoke free entro pochissimi anni”, ha aggiunto Polosa.
Anche l’Italia, in questi ultimi mesi, ha compiuto importanti passi in avanti. Come dichiarato dal deputato nazionale e membro della commissione affari sociali della Camera, Francesco Ciancitto: “La riduzione del danno da fumo è il tema al centro di una risoluzione parlamentare già approvata dalla commissione volta ad avviare strategie efficaci di prevenzione delle patologie cardiovascolari. Il fine ultimo è introdurre politiche innovative in grado di rispondere alla necessità di prevenire gravi malattie del sistema cardiovascolare e di ridurre al contempo i costi a carico del sistema sanitario nazionale”.
La conferenza CoEHAR come ogni anno ha dimostrato di essere un momento di dibattito scientifico sugli esiti della ricerca applicata ai dispositivi alternativi a rilascio di nicotina, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato. Ma con un focus particolare quest’anno dedicato alla prevenzione della salute orale. Tutti i tipi di fumo sono infatti pericolosi ed è auspicabile che la popolazione, specialmente giovane, non fumi. Ma è ovvio che il passaggio da fumo tradizionale a prodotti senza combustione sembra poter ridurre l’impatto di questo rischio l’impatto di questo rischio, anche a livello del cavo orale come dimostrato da diversi progetti in corso al CoEHAR che dimostrano tangibilmente come il passaggio dal fumo ai prodotti senza combustione aiuti a ripristinare il naturale bianco dei denti e a ripristinare uno stato di benessere totale della salute orale.
“L’avvento dei nuovi prodotti del fumo da oltre 10 anni ha monopolizzato l’attenzione degli esperti di tabagismo – ha aggiunto il professore Fabio Beatrice, dell’Osservatorio MOHRE – L’auspicio è che l’interesse scientifico non distolga l’attenzione dal problema centrale che ancora oggi è il fumo di sigaretta. Poichè smettere è difficile ma la rinuncia a strategie di riduzione del rischio appare clinicamente incomprensibile. Auspico che il dibattito esca da un confronto meramente ideologico e resti incentrato sul confronto di dati scientifici”.
L’evento, inserito nell’Annual Meeting on Addiction che si è tenuto dal 28 al 31 ottobre a Catania, ha visto anche la partecipazione della professoressa Sarah Pratt, del Darthmouth College, del professore Thomas Brandon, del Moffitt Cancer Center e della professoressa Lorien Abroms, della George Washington University, tutti scienziati impegnati nella lotta al fumo come dipendenza patologica da ombattere con strategie di riduzione del danno. Come ha concluso il professore Giovanni Li Volti: “Siamo di fronte ad una rivoluzione che ci porterà lontano che inciderà profondamente nelle vite dei singoli individui e nelle politiche pubbliche di tutto il mondo”.
– Foto Conferenza annuale CoEHAR –
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