RIACE, LUCANO “FATTO CIÒ CHE È NORMALE”

“In questo periodo stiamo andando verso la perdita dei valori umani, verso una società della disumanizzazione, delle barbarie. Mi chiedo come sia possibile costruire consenso sulla pelle delle persone più disperate, più deboli”. Così Mimmo Lucano, sindaco di Riace, ospite a ‘Circo Massimo’ su Radio Capital. A Salvini “chiederei di considerare quello che è fuori dal suo pensiero, un pensiero che io non condivido per nulla. Esiste una dimensione dei rapporti umani che va al di là, e secondo me lui non ha mai provato a comprendere in maniera più profonda il vero senso dei rapporti umani”, aggiunge. “Riace è una comunità in uno dei contesti più difficili d’Italia, dove ci sono problematiche sociali, mancanza di lavoro, emigrazione, condizionamento della criminalità organizzata”, ragiona il sindaco. “Però dimostra che l’arrivo casuale di tantissimi rifugiati ribalta completamente la situazione. Se è possibile in una realtà del genere, allora è possibile ovunque. E questo è un messaggio da non divulgare”.

Lucano continua a difendere le sue azioni e le decisioni che l’hanno fatto finire prima agli arresti domiciliari e poi lontano da Riace, con il divieto di dimora: “Ho fatto quello che è normale: non rimanere indifferente rispetto a persone che hanno disagi. Sono stato accusato di due reati legati all’immigrazione in un periodo in cui l’Italia stava facendo degli accordi con i capiclan della Libia, per fare in modo che tantissime persone rimanessero nei lager. Alla fine io ho fatto solo un matrimonio, per giunta regolare, e sono accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tutto questo mi sembra assurdo. Mi accusano di aver affidato a due cooperative sociali la raccolta dei rifiuti, in una regione in cui questo settore che spesso è ad alto rischio di permeabilità della criminalità organizzata”.

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