“Facciamo un lavoro silenzioso. È molto difficile portare a questi traguardi uno dei nostri quindici rifugiati che sono iscritti alla nostra Università e per questo vorrei che si valorizzassero aspetti virtuosi come questo”. Così Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari, questo pomeriggio, durante la consegna della pergamena di laurea a Afewerki Ghebremichael, in occasione del seminario “Valorizzazione dei titoli e delle competenze di migranti e rifugiati”. Afewerki si è laureato in tre anni in Scienze Politiche e, originario dell’Eritrea, è il primo “studente-rifugiato laureato” dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. “Questa terra è ospitale – ha aggiunto il Rettore – ma per esserlo c’è bisogno della fatica di tutti. La prima cosa che mi piacerebbe dire è che nell’Università si fanno iniziative a favore della civiltà. Portare qui studenti che sono cacciati dai loro Paesi d’origine e farli laureare con lo sforzo di tutti credo sia uno sforzo civile. L’Università è un posto senza barriere, senza frontiere e senza confini. Mi piacerebbe tanto che lo intendessero tutti, soprattutto le Istituzioni con cui collaboriamo, non siamo un altro luogo, un’altra Istituzione, siamo un luogo di convergenza, di linguaggi, culture, religioni e pensieri diversi. Questa è l’Università”.
Lo studente appena laureatosi è in Italia dal 2010 dove, qualche anno dopo, ha vinto la borsa di studio Crui/Ministero dell’Interno/Andisu, grazie alla quale ha potuto iscriversi al Corso di laurea in Scienze Politiche, Relazioni internazionali e Studi europei del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari per poi laurearsi con una tesi sull’Eritrea nella politica estera italiana dal 1949 al ’91.
(ITALPRESS).