AOSTA (ITALPRESS) – La Valle d’Aosta presenta livelli elevati di benessere rispetto al complesso delle province italiane valutate sugli 11 domini del Bes dei territori. Lo rende noto L’Istat che ha diffuso la seconda edizione del report BesT della Valle d’Aosta. Infatti, considerando le distribuzioni di 64 indicatori provinciali in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) nell’ultimo anno disponibile , il 57,8 per cento delle misure colloca la Valle d’Aosta nelle classi di benessere alta e medio-alta mentre il 23,5 per cento la colloca nelle classi bassa e medio-bassa; gli stessi valori calcolati su tutte le province italiane sono rispettivamente del 41,8 per cento e 35,6 per cento. Nel confronto con le altre regioni del Nord-ovest la Valle d’Aosta è la più favorita e mostra, insieme alla Lombardia (con il 55,0 per cento di misure provinciali nelle classi alta e medio-alta), un profilo migliore sia del Piemonte (44,9 per cento), sia della Liguria (42,5 per cento). Inoltre, nel contesto del Nord-ovest, la Valle d’Aosta, così come la Lombardia, si posiziona meno frequentemente nelle due classi di benessere relativo bassa e medio-bassa.
Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, il quadro più critico per la Valle d’Aosta emerge nel dominio Paesaggio e patrimonio culturale, con la totalità di posizionamenti nelle classi bassa e medio-bassa. Tuttavia, va osservato che, a livello nazionale, i tre indicatori considerati (densità e rilevanza del patrimonio museale, diffusione delle aziende agrituristiche e densità di verde storico) si distribuiscono in maniera fortemente asimmetrica, con poche province su livelli molto elevati e a notevole distanza da tutte le altre. La regione è sfavorita soprattutto per la minore diffusione delle aziende agrituristiche (1,8 per 100 km2), che è quattro volte più bassa della media del Nord-Ovest (6,8) e circa un quinto di quella nazionale (8,6).
Punti di debolezza emergono anche nel dominio Qualità dei servizi, in cui il profilo della regione appare polarizzato tra le classi bassa e medio-bassa e quelle alta e medio-alta (37,5 per cento per entrambe). Gli svantaggi più significativi in questo dominio si evidenziano per l’offerta di trasporto pubblico locale (Tpl), che nel comune di Aosta nel 2022 è complessivamente pari a 961 posti-km per abitante, un valore che è circa un ottavo di quello calcolato per il complesso dei capoluoghi del Nord-ovest ed è circa un quinto del rispettivo dato nazionale.
Un’altra problematica riguarda il maggiore tasso di emigrazione ospedaliera in altra regione, pari al 18,4 per cento nel 2022, più del doppio sia del valore medio nazionale (8,3 per cento) sia di quello del Nord-ovest (6,6 per cento).
Al contrario, i risultati migliori si registrano nel dominio Sicurezza con l’83,4 per cento degli indicatori nelle due classi di testa e nessun posizionamento nelle classi bassa e medio-bassa. Infatti nel 2022 in Valle d’Aosta gli omicidi, gli altri delitti mortali e i reati predatori risultano meno frequenti rispetto alle medie di confronto. In particolare le denunce di furto in abitazione ammontano a 94,1 per 100 mila abitanti (132,6 punti al di sotto della media-Italia e 171,6 sotto quella della ripartizione). Le denunce di borseggio sono pari a 29,2 per 100 mila abitanti (quasi 190 per 100 mila in meno dell’Italia, e 327 in meno del Nord-ovest), mentre le denunce di rapina ammontano a 9,7 per 100 mila abitanti (33,8 punti al di sotto della media-Italia e 47,9 sotto quella della ripartizione). Nel 2022 la regione risulta invece penalizzata per l’indicatore relativo alla mortalità stradale in ambito extraurbano: 4,8 morti ogni 100 incidenti stradali, dato superiore sia alla media nazionale (4,3 per cento) sia di ripartizione (3,9 per cento).
Punti di forza emergono anche nel dominio Benessere economico: l’80 per cento degli indicatori rientra nelle due classi più elevate, con nessun posizionamento nelle due classi di coda. Nel 2022 i vantaggi maggiori si registrano per gli importi medi annui dei redditi pensionistici (21.803 euro a fronte di una media-Italia pari a 20.312), per la minore incidenza di pensionati con reddito pensionistico lordo mensile inferiore a 500 euro (6,5 per cento contro 9,2 per cento) e per il reddito lordo disponibile delle famiglie.
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