Regioni arancione a Conte “Subito ristori, economia a rischio”

NUOVO DPCM PUGLIA ZONA ARANCIONE PRIMO GIORNO BARI DESERTA TAVOLINI E SEDIE CHIUSI CON CATENA

VENEZIA (ITALPRESS) – “Alla luce di questa situazione di profondissima crisi in cui si dibattono migliaia e migliaia di imprese dei nostri territori, siamo pertanto con la presente a chiedere che il Governo ci fornisca doverose e puntuali rassicurazioni circa un’immediata messa in campo di ristori e della loro quantificazione, onde evitare ulteriori penalizzazioni a queste categorie e affinchè venga scongiurato il rischio, assai concreto, che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni”. Con queste parole si conclude la lettera che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha inviato – insieme ai colleghi di Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia – al presidente del Consiglio Conte e ai ministri della Salute, dell’Economia e Finanze, per gli Affari regionali e Autonomie, per i Rapporti con il Parlamento. Una lettera in cui, all’indomani dell’inserimento delle rispettive regioni in “zona arancione”, i cinque governatori non nascondono la grande preoccupazione che condividono con molti cittadini. “Nel prendere atto di questa decisione – sottolineano – abbiamo piena consapevolezza che la stessa è stata adottata in base ai dati elaborati dalle Autorità scientifiche e alle indicazioni della Cabina di Regia che si è riunita l’8 gennaio, a fronte della preoccupante diffusione del virus Covid-19. Nel farlo, tuttavia, non si può fare a meno di rimarcare quale ricaduta drammatica il provvedimento abbia su imprenditori e operatori impegnati in attività produttive, commerciali, ricettive, turistiche, gastronomiche, sportive e ricreative”. Nel sollecitare il rapido intervento del Governo con i ristori, Zaia, insieme agli altri Governatori, sottolinea: “Il provvedimento dell’inserimento in zona arancione, impone, infatti, ulteriori restrizioni alla mobilità dei cittadini e alla normale conduzione delle attività economiche dei tessuti produttivi, già duramente messi alla prova e segnati da un punto di vista finanziario, economico e operativo da precedenti provvedimenti restrittivi e dal lungo lockdown primaverile”.
(ITALPRESS).

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