PALERMO (ITALPRESS) – Un progetto innovativo per il recupero delle materie prime dalla depurazione delle acque reflue. Si chiama “Achieving wider uptake of water-smart solutions-Wider-Uptake”, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Horizon 2020 e lanciato questa mattina allo Steri di Palermo: partner del progetto è infatti l’Ateneo del capoluogo, sotto la responsabilità scientifica di Giorgio Mannina, docente di Ingegneria sanitaria ambientale. “Wider-Uptake” prevede lo sviluppo e l’implementazione di nuove simbiosi industriali basate su soluzioni water-smart finalizzate al riuso e recupero delle acque reflue dopo aver ottimizzato gli impianti di depurazione.
Il progetto ha ricevuto un finanziamento di poco più di 11 milioni di cui oltre 1,5 milioni andranno all’Università di Palermo.
Su questo punto il rettore Micari ha voluto sottolineare l’importanza di esser riusciti ad approvare un finanziamento diretto da parte della Comunità europea nell’ambito di Horizon 2020. “Si tratta di un progetto di ricerca – ha detto Micari – che testimonia l’impegno dei ricercatori dell’Ateneo. Bisogna anche riconoscere tutta la macchina che ha supportato la preparazione del progetto di ricerca. E’ quindi da considerare un bel risultato”. Micari si è anche soffermato sulla ricaduta civile del progetto. “Come cittadino è chiaro che il tema delle acque reflue e del loro trattamento è di grande importanza. Siamo riusciti a mettere insieme i massimi esperti nazionali ed internazionali dando un grande valore a questa ricerca applicata”.
Il progetto coinvolge diversi partner internazionali. In tutto sono sette i centri di ricerca coinvolti, che oltre l’Italia hanno sede in Ghana, Repubblica Ceca, Norvegia e Paesi Bassi. Sono invece sei i gestori dei servizi idrici che parteciperanno alla diretta applicazione del sistema durante la fase di prova. Tra questi l’Amap di Palermo.
Maria Prestigiacomo, assessore del Comune di Palermo, delegata ai rapporti funzionali con Amap ed Amg Energia, ha detto che “il Comune va sempre verso l’innovazione. Quindi siamo contenti che la nostra partecipata stia realizzando qualcosa di nuovo. Specialmente se questo si fa insieme ad altri Comuni e all’Università. Col risultato che siamo orgogliosi di quello che si sta portando avanti in questo momento”.
Gli impianti di depurazione gestiti dall’Amap, su cui saranno implementate le soluzioni innovative, sono quelli di Corleone e Marineo. Giorgio Mannina, coordinatore del progetto ha spiegato il concetto di depurazione delle acque, perché è necessario farlo.
“Si tratta di un tema importante quello della depurazione delle acque. Perché si tratta di salvaguardare i corpi idrici ricettori come il mare, i fiumi o ancora i laghi. Questo obiettivo si rende necessario perché – ha aggiunto – tutti gli utenti dei centri abitati producono acqua con caratteristiche tali che se sversata direttamente nel corpo idrico ricettore porta al peggioramento dello stato di salute dello stesso. Il motivo è nel contenuto di carbonio, azoto e fosforo che se non opportunamente trattati portano un danno diretto all’ambiente”.
(ITALPRESS).
Recupero materie prime da depurazione di acque reflue, al via progetto
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