Crescono le opportunità di lavoro, si riduce la contrazione dei ricavi, aumenta la mobilità delle persone negli esercizi commerciali e l’export delle micro e piccole imprese segna un +1,1% nei primi tre mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. È un fotografia in chiaroscuro quella scattata dall’Osservatorio economico regionale di Confartigianato Sicilia, in occasione della presentazione dello studio annuale “Imprese artigiane: protagoniste della ripartenza dell’economia della Sicilia”. Resta ancora difficile il ‘fare impresa’: in Sicilia si registra una riduzione costante della spesa per gli investimenti della Pubblica amministrazione, inferiore di oltre un terzo rispetto alla media nazionale.
Ciò comporta infrastrutture con standard cinque volte peggiori della media italiana, come ad esempio nel campo idrico, o ancora scarsa digitalizzazione della Pubblica amministrazione con una bassa quota di Comuni (12,3% vs 25,1% Italia) che permettono di eseguire intere procedure on line. Oltre il 60% dei Comuni paga le fatture alle imprese oltre i 60 giorni (limite 30 giorni). Seppur in fase di ripresa, non mancano nubi all’orizzonte: continua l’aumento del prezzo delle materie prime a giugno 2021, che coinvolgono oltre 16 mila Mpi nei settori sotto stress, e un’ampia quota di imprese è in difficoltà nel cogliere trend di recupero.
Il lavoro è stato presentato nella sede di Confartigianato Sicilia, alla presenza del vice presidente della Regione, Gaetano Armao. A fare gli onori di casa, questa mattina, il presidente e il segretario di Confartigianato Sicilia, Giuseppe Pezzati e Andrea Di Vincenzo e i vice presidenti regionali Daniele La Porta, Peter Barreca e Carmen Cicero. Ha partecipato anche il vice presidente nazionale di Confartigianato, Filippo Ribisi. Presenti, anche in webinar, imprese siciliane e i vertici delle associazioni territoriali. Durante la mattinata è emerso anche come il PNRR apra tante opportunità per il territorio e per il sistema impresa, ma se si guarda capacità di spesa POR 14-20, non è difficile allarmarsi e occorre assolutamente non replicare ciò che si è fatto in passato. È indispensabile monitorare la spesa e blindare queste somme per il Sud.
“Il decreto semplificazioni stabilisce che il 40 per cento delle risorse europee del PNRR dovrà essere destinato al Mezzogiorno – ha detto Pezzati – ma il recupero competitivo che il PNRR vuole perseguire, non può realizzarsi senza il coinvolgimento delle PMI. L’associazione è pronta ad accompagnare sul cammino di ripresa ed aiutare ad essere parte attiva nella ricostruzione post Covid del nostro territorio. È quindi necessario declinare le misure del Piano in bandi e progetti accessibili e su misura, appalti a km 0, meccanismi di incentivazione, come il superbonus 110%”.
Dallo studio annuale emerge anche l’aumento della quota di entrate difficili da trovare, si passa dal 21% del luglio 2019 al 23% del luglio di quest’anno. Le figure più difficili da reperire sono farmacisti, biologi e altri specialisti delle scienze della vita; specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche; dirigenti e direttori tecnici delle vendite, del marketing e della distribuzione commerciale; tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione. “Uno dei problemi che impedisce la vera ripartenza oggi – ha sottolineato Ribisi -, è quello legato alla mancanza di manodopera specializzata. Sembra strano, ma in una regione dove la disoccupazione raggiunge dei livelli impressionanti, dove i dati sono falsati dall’alta quota di giovani che lasciano la Sicilia, le nostre imprese non trovano manodopera specializzata. E questo perché il sistema della formazione in Sicilia è fallito. È servito solo al clientelismo e non ha prodotto lavoratori. La Sicilia in passato aveva una delle leggi più d’avanguardia sull’apprendistato. Molte delle nostre imprese di oggi, sono frutto di quella legge. Ripristiniamola, con il meccanismo semplice di allora”.
L’obiettivo è quello di avere un dialogo aperto con la politica regionale per cercare di proseguire e rinforzare il trend di crescita senza lasciare indietro nessuno: “Il governo Musumeci intende ribadire la propria vicinanza nei confronti del sistema delle imprese e di un’associazione di categoria come Confartigianato che rappresenta migliaia di imprenditori artigiani che lavorano in tutta la Sicilia – ha detto il vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao -. Le iniziative a sostegno del credito hanno contribuito a spingere questa prima fase della ripresa. Il sistema ha tenuto nonostante il dramma che abbiamo vissuto e adesso bisogna spingerlo al massimo, affinché la ripresa sia completata nel più breve tempo possibile. Le previsioni economiche della Banca d’Italia, dell’Istat e della Regione Siciliana, che col suo Def è già pronta, guardano al 2021 e al 2022 come due anni di grande crescita economica. Una crescita che dobbiamo spingere sostenendo l’accesso al credito e le aziende con la semplificazione, la riduzione degli adempimenti burocratici, con la pressione su una certa burocrazia che pensa che l’unico problema sia arrivare a fine mese e non quello di dare una risposta alle imprese. Finanziare le imprese, oggi, è una essenziale misura. Quindi, accogliamo le proposte di Confartigianato come stimolo e suggerimento. Serve un dialogo continuo: è questo il modo buono che può far crescere l’economia siciliana”.