Ranieri “Evitare di commettere errori per la fretta”

Foto LPS/Claudio Benedetto Torino, 08 febbraio 2020, CALCIO SERIE A Torino vs Sampdoria Nella foto: Claudio Ranieri (Allenatore Sampdoria) LivePhotoSport - World Copyright

“Ciascuno di noi avrebbe voglia di tornare sul campo. Ma questo è il momento della prudenza. Nessuno sa come reagisce il virus sul fisico di un atleta e se dovesse succedere qualcosa di grave, chi se ne assumerebbe la responsabilità?”. Se lo chiede, in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’, il tecnico della Sampdoria Claudio Ranieri, commentando un possibile ritorno in campo dopo il lockdown per la pandemia di Covid-19. La ripresa degli allenamenti il 4 maggio potrebbe essere prematura: “Sulle date non ci sono certezze – spiega il 68enne allenatore romano, vincitore di una Premier League con il Leicester – La verità è che ci sono ancora troppi morti e troppi contagiati per ricominciare. E siamo una delle industrie più a rischio proprio perché il nostro è uno sport di contatto. Non vorrei che la fretta ci portasse a commettere degli errori”. Che cosa non gli torna del protocollo è presto detto: “È giusto fare tamponi, come i test sierologici. Ma in questo momento c’è gente che ne ha più bisogno di noi. Non possiamo scavalcare i cittadini, non sarebbe né giusto, né etico. Ho degli amici che sono stati ammalati e il tampone non sono riusciti a farlo perché non se ne trovano e perché non ci sono i reagenti. E sul test sierologico, da quello che mi risulta, solo il 29 aprile il governo dirà quale fare. E a noi quando arriverà?”. Detto di non essere d’accordo neppure sul lungo ritiro, Ranieri, ex mister di Chelsea, Valencia, Juventus, Roma, Napoli e Inter, sottolinea che “prima del calcio deve ripartire il Paese. Hanno ragione la Pellegrini e Fognini. Non c’è solo il pallone. Anzi dico di più: essendo il nostro uno sport di contatto, dovrebbe essere l’ultimo a rimettersi in moto, sicuramente dopo le altre discipline per natura più distanziate, come per esempio nuoto e tennis”. Sulla stagione in corso Ranieri spiega di essere d’accordo “con chi dice che la stagione va finita, così non si arrabbia nessuno. Ma nei termini e nei modi giusti. La salute viene prima di ogni altro interesse. Non bisogna ripartire perché dobbiamo, ma farlo quando siamo certi che tutto andrà bene. Quando? Nel momento in cui gli ospedali non saranno più ingolfati e i test accessibili. Gli interessi della comunità vengono prima di quelli del calcio. Altrimenti significa prendere in giro gli eroi che ogni giorno lottano per noi».
Ricominciare in agosto, finire il campionato a novembre e giocare la prossima stagione nell’anno solare è una possibilità: “È un’ipotesi. Non so se quella giusta e non so se si può fare. Di sicuro non vedo perché si debba correre adesso con tutte le problematiche e i rischi che ci sono. Dopo una sosta così lunga – conclude Ranieri – avremo bisogno di almeno sei settimane per verificare che tutto sia sotto controllo”.
(ITALPRESS).

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