De Rossi ha detto martedì che da dirigente si sarebbe confermato e se Ranieri fosse rimasto e gli avessero chiesto se trattenere o meno il calciatore non avrebbe avuto dubbio: “Avrei risposto: ‘lo voglio’. Perchè so che giocatore è, che uomo è, che capitano è. Ci sono vari leader: i leader per la società, per i giornalisti, per i tifosi, per i social, e ci sono quelli per l’allenatore. Daniele è un allenatore in campo, un leader positivo che non pensa al suo ego ma al bene di tutti, sono questi i leader che vogliono gli allenatori”. Ma allora chi ha ‘scaricato’ il capitano giallorosso? Non Totti, che a detta di De Rossi non ha grandi poteri nella società (“Dovrebbe dimettersi? Sono decisioni che dovrebbe prendere Francesco, non so quanto sia felice o meno, soddisfatto o meno all’interno di questo suo percorso di crescita da dirigente”) ma “testa grigia che sta a Londra”, avrebbe detto Ranieri in un confronto coi tifosi, riferendosi a Baldini. “Non ho usato queste parole – precisa – ma quando i tifosi mi chiedevano spiegazioni sulle decisioni, da chi erano state prese per la fine del rapporto di Daniele qui alla Roma, ho detto: ‘sicuramente a Londra e in America’, ovvero la società e il presidente e chi gli sta più vicino che è la persona che sta in Inghilterra”, il cenno a Baldini che, mette ancora in chiaro Ranieri, “non incide affatto nel mio lavoro quotidiano”.
E sul fatto che Pallotta sia poco presente, il tecnico ricorda che “nella mia carriera ho avuto pochi presidenti vicini o tutti i giorni con la squadra. Un allenatore pensa a lavorare sul campo e quello che succede fuori non gli interessa, l’importante è che quando ha bisogno di qualcosa ci sia qualcuno che gliela risolve. Non è importante la presenza di un presidente ma che tutto vada come deve andare”. Nel caos di questi giorni, intanto, la Roma è chiamata a preparare la sfida di sabato col Sassuolo per tenere ancora accesa la fiammella Champions. “Quando sono tornato, mi aspettavo di trovare una squadra mentalmente giù e le mie forze erano rivolte a far sì che i giocatori tornassero a credere in se stessi. Tutte queste cose non mi aiutano nel lavoro, non so quanto possano aver inciso per esempio le chiacchiere nella partita di Genova. Di sicuro l’aiuto dei tifosi è stato magnifico, ci sono stati dietro e ci hanno aiutato a giocare queste partite difficilissime”. La notizia dell’addio di De Rossi deve allora diventare “uno stimolo positivo. Potevano esserlo uno negativo le voci sull’allenatore del futuro ma i ragazzi non hanno mai mollato. Mi auguro che tutto questo sia da sprone a far bene, ci sono due partite da completare e c’è ancora una piccola possibilità”.
“Dobbiamo avere la coscienza a posto e fare il massimo di quello che possiamo”, aggiunge Ranieri, che conta di recuperare Pellegrini (“se non sarà a disposizione per sabato, lo sarà per la prossima”) mentre Zaniolo resta in dubbio, così come il modulo (“vediamo negli ultimi due allenamenti se fare 4-3-3 o tornare a come stavamo prima”). Di sicuro centrare la Champions sarebbe un modo per ‘digerire’ meglio la Coppa Italia vinta dai cugini laziali. “Credo che un fattore importante sia la costruzione dello stadio, fare uno stadio per poter cominciare a programmare una Roma grande – sostiene Ranieri guardando alle future ambizioni dei giallorossi – Ma da quando sono venuto penso solo alla squadra e a come far rendere al meglio ogni singolo giocatore, altre cose non me le sono poste”. E proprio perchè concentrato sul presente, Ranieri rivolge un appello ai tifosi: “Mi auguro che l’ultima partita all’Olimpico sia una festa per Daniele. Il tempo delle contestazioni ci sarà ma che l’ultima partita sia l’occasione per dimostrare amore a Daniele e alla Roma”.