Ho vinto 25 euro al Superenalotto. Ho fatto due. Non sono mai andato oltre. Due pacchetti di sigarette, ci compro, e il resto a colazione: con un cannolo appena nato. Ma stavolta niente. “Il gioco e’ chiuso – mi dice il tabacchino – le macchine non rispondono…Ci vediamo dopo il virus…”. Gia’, dimenticavo, avevo sentito quel sindaco che si lamentava del gioco, ho letto anche di quello che mancandogli la macchinetta ha ammazzato il gestore poi si e’ ucciso: non aveva il coronavirus, era semplicemente matto, come quei due che a Palermo e a Roma sono andati a passeggio nudi nati e dubito che, senza tasche, li abbiano fermati per chiedergli il modulo con l’autorizzazione. E’ vero che siamo messi male economicamente, e’ vero che i duemila miliardi di dollari stanziati da Paperone Trump mi fan sentire morto di fame rispetto ai miliardini di Paperino Conte, ma un gioco, cos’e’ un gioco? Una parentesi rosa fra le parole “ho paura”. Ci s’e’ messo anche il calcio, a far paura, mostrando bilanci in rosso a ogni livello, anzi il Milan addirittura il piu’ rosso, niente nero, e la Juve la piu’ indebitata, le piace esser prima. Comunque. E quando un giorno si dovesse stilare l’atto fallimentare fra le voci del dissesto comparirebbe il mitico “Decreto Dignita’” che ha contribuito – vietando la pubblicita’ dei giochi – a sgonfiare il pallone (e i giornali sportivi). Ripenso ai tempi del proibizionismo, anni Venti-Trenta, a Al Capone che si arricchisce con il contrabbando e lo fermano solo quando gli Intoccabili decidono di far sul serio. Adesso siamo qui, in Italia, nella fase “chiacchiere e distintivo”, piu’ che dignita’ s’e’ prodotta miseria. Come fare, domani? Chi dara’ il segnale della rinascita?
Nel Dopoguerra di cui tanto si parla – e del quale si perdera’ memoria umana se continueranno a morire tanti vecchi – insieme a tanti Piani, il Marshall/Fanfani per cominciare, un contributo alla rinascita economica lo diede la Sisal, con la mitica schedina nata nel 1945 dall’idea del giornalista sportivo Massimo Della Pergola che, insieme al giornalista scrittore nonche’ produttore cinematografico Fabio Jegher, e al radiocronista Geo Molo, realizzo’ il primo concorso a pronostici, legato al calcio. Vergogna? Qualcuno lo disse, gli ipocriti esistono da sempre, ma visto il successo “d’incoraggiamento” direi, non tanto il vincere quanto il sogno di vincere, la Sisal fu presto “moralizzata” dallo Stato: divento’ Totocalcio e ci aiuto’ a sorridere. Massimo Della Pergola, l’inventore “rapinato” dell’Idea, lavorava con me, a “Stadio” (io in redazione, lui in viaggio, sempre…) e seguiva preferibilmente le partite lombarde extra San Siro, Brescia, Bergamo, Mantova, Como, Cremona…Lo immagino li’, adesso, in quella terra fertile di progetti, ricca di lavoro e dignita’ ridotta alla disperazione, pronto a suggerire “Italo, ci vorrebbe un’idea. Come la Sisal”.
QUI CI VUOLE LA SISAL
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