Sapere quando andare in pensione è molto importante ma, purtroppo, meno semplice di quanto si possa pensare!
La presenza di diversi sistemi pensionistici e le numerose modifiche che sono state effettuate nel corso degli anni, hanno infatti reso il calcolo di quando andare in pensione piuttosto arduo.
Cerchiamo allora di sintetizzare tutto quello che dovresti sapere per poter comprendere quando ritirarsi dal mondo del lavoro, riassumendo le principali informazioni sulla pensione di vecchiaia e sulla pensione anticipata.
Quando andare in pensione con la pensione di vecchiaia
Cominciamo con la pensione di vecchiaia, che oggi disciplina l’uscita del lavoratore dal mondo del lavoro sulla base principale dei requisiti di età.
Occorre tuttavia qui fare una distinzione a seconda del momento in cui si è iniziato a lavorare.
Per i soggetti con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, infatti, i lavoratori possono andare in pensione con 67 anni di età. Il requisito anagrafico è tuttavia previsto aumentare nel corso degli anni in maniera automatica, con un meccanismo biennale che prevede pertanto un nuovo adeguamento nel biennio 2021 – 2022. Il requisito contributivo minimo deve essere pari invece a 20 anni.
Per i soggetti con primo accredito successivo al 31 dicembre 1995, invece, la pensione di vecchiaia si può alimentare in due casi.
Il primo è la presenza di 20 anni di contributi e il requisito anagrafico previsto per i soggetti in possesso di contribuzione al 31 dicembre 1995, a patto che l’importo della pensione non sia inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.
Il secondo è il raggiungimento dei 71 anni di età con 5 anni di contribuzione effettiva, indipendentemente dall’importo della pensione.
Quando andare in pensione con la pensione anticipata
Regola diverse vigono invece nel caso in cui stai cercando informazioni su quando andare in pensione con la pensione anticipata.
In questo caso i requisiti sono meno rigidi rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria, e fanno principalmente riferimento all’anzianità contributiva. In particolar modo, nel caso in cui vi sia anzianità contributiva già maturata al 31 dicembre 1995 o successivamente a questo periodo, occorrerà disporre di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
In alternativa, i soggetti che hanno avuto il primo accredito contributivo a partire dal 1 gennaio 1996, possono domandare l’accesso alla pensione anticipata a 64 anni, a patto che abbiano accreditati almeno 20 anni di contribuzione effettiva e l’ammontare mensile della prima rata di pensione non sia inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.
Quando andare in pensione con quota 100
Un’alternativa per andare in pensione un po’ prima è rappresentata da quota 100, riforma pensionistica sperimentale in vigore nel triennio 2019 – 2021. Si tratta di una prestazione a richiesta, con accesso facoltativo a scelta del dipendente, a beneficio di coloro che nel periodo compreso in questo triennio hanno un’età anagrafica non inferiore a 62 anni e un’anzianità contributiva non inferiore a 38 anni. in ogni caso, la somma dell’età e degli anni di contributi versati dovrà essere pari ad almeno 100.
Per poter disporre di maggiori informazioni sulle modalità alternative di pensionamento, e poter avere un calcolo personalizzato di quando andare in pensione, ti consigliamo di recarti presso un ufficio territorialmente competente dell’Inps o ricorrere a patronati e centri di assistenza.
In questo modo sarà possibile disporre di un conteggio personalizzato, sulla base della propria anzianità anagrafica e contributiva, ottenendo una stima di quanto sarà possibile andare in pensione e su quale potrebbe essere l’importo di massima del proprio assegno previdenziale. Maggiori informazioni possono essere ottenute altresì sul sito internet dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, inps.it.