ROMA (ITALPRESS) – “Chiediamo di estendere l’attenzione di Efsa alla qualità in un’accezione più ampia che comprenda anche il valore nutrizionale del cibo e la garanzia che sia stato minimizzato l’impatto ambientale della produzione del cibo lungo tutta la filiera”. E’ questo l’appello lanciato alla conferenza stampa “Cibo, ambiente e salute. Sicurezza alimentare è anche qualità e sostenibilità” promosso su iniziativa della senatrice Loredana De Petris in collaborazione con Fondazione UniVerde, Gusto H24, Associazione Verdi Ambiente e Società Onlus e che si è svolto questa mattina presso la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama.
In linea con le raccomandazioni del Parlamento europeo sulla strategia From Farm to Fork (dal produttore al consumatore), e dopo che il Consiglio UE si è già espresso sulla proposta della Commissione che, nell’ambito del Green Deal, mira a rendere più sostenibile l’intera filiera agroalimentare, “riteniamo indispensabile l’impegno dell’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare per realizzare un Centro di conoscenza scientifica sui temi della qualità alimentare come delineati dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”, si legge nell’appello indirizzato al Direttore Esecutivo di Efsa, Bernhard Url.
“La sicurezza alimentare deve includere anche la qualità e la sostenibilità. Questo è il senso dell’appello lanciato insieme al Prof. Calabrese, all’On.le Pecoraro Scanio e a tante altre autorevoli personalità impegnate da anni nella battaglia per la tutela della qualità agroalimentare. L’UE deve riuscire ad essere sempre più un punto di riferimento per lo sviluppo di un modello che includa i pilastri della sicurezza alimentare, ovvero qualità e sostenibilità”, sottolinea Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato.
“Nel 2000, dopo il dramma della Bse-mucca pazza, l’Italia fu uno dei Paesi più impegnati ad ottenere l’Efsa a Parma. Oggi è importante che questa authority interpreti sempre più la sicurezza alimentare anche come garanzia della sostenibilità del cibo e della qualità delle produzioni – spiega Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde -. Questo vale soprattutto adesso, in una situazione in cui risultano palesi i tentativi di utilizzare la crisi geopolitica per abbassare drasticamente gli standard di qualità dell’importazione dei prodotti agricoli che l’Europa ha ottenuto in tanti anni di impegno. Non è accettabile che le lobby del glifosato, dell’eccesso di chimica nei campi e degli ogm cerchino di far leva sull’emergenza per scardinare le tutele a proteggere consumatori e produttori”.
“Con il Piano che si è creato a livello di Efsa si è percepito che c’è una evoluzione che passa dalla security alla quality e quindi da una condizione di controllo nei confronti del cibo sicuro e di qualità – dice Giorgio Calabrese, presidente del Comitato Nazionale per Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute -. Un cibo che permette alla nostra salute di stare meglio per lungo tempo insegnando ai cugini europei come in Italia si arriva alla longevità massima nel mondo, insieme ai giapponesi, grazie alla qualità del cibo oltre che alla sicurezza. Proponiamo quindi di gestire questa evoluzione intellettuale concependola non come variazione ma come enunciazione diversa e futura, che porterà sempre di più l’Efsa ad essere non solo un authority ma l’unica fonte importante in materia scientifica per l’Italia, l’Europa e il mondo”.
Secondo Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, “oggi più che mai vanno rafforzati tutti gli impegni per l’autosufficienza alimentare europea, attraverso una rinnovata strategia produttiva che parta dalla tutela del reddito degli agricoltori europei. Sono necessari interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo e capace di imporre nel mondo i propri standard produttivi, affermando sempre il principio di reciprocità delle regole produttive e che sappiano riconoscere lo sforzo degli agricoltori europei per la sostenibilità, nella lotta cambiamento climatico e nel mantenimento degli standard di sicurezza più elevati al mondo. Dobbiamo agire a livello UE, con l’aiuto di tutte le istituzioni per aumentare il livello di sicurezza alimentare, ma sempre nel rispetto del cittadino consumatore e della salubrità dei prodotti”.
Donato Troiano, direttore di Gustoh24 e del Consiglio nazionale dell’associazione ambientalista Verdi Ambiente e Società, sottolinea: “Un cibo sostenibile e di qualità per noi rappresenta una carta valida per salvaguardare il nostro futuro e un sistema alimentare ecologico ed economico. Ampliare le competenze dell’Efsa in linea con le politiche dell’Unione Europea sulla sostenibilità dei cibi, delle coltivazioni e relative pratiche agronomiche e del benessere animale è una azione non più rinviabile. Allargare le competenze di Efsa è una scelta giusta per confermare Parma Capitale europea del Food con le sue eccellenze Dop, Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano”.
L’emergenza mucca pazza è stata uno spartiacque tra un modello di sviluppo dell’agroalimentare rivolto solo al contenimento dei costi ed uno attento alla qualità e alla sicurezza alimentare e alla trasparenza dell’informazione ai consumatori, alla tracciabilità, al benessere animale e al rispetto dell’ambiente. L’Efsa si è concentrata sulla “safety” del cibo per evitare rischi sanitari ma sempre più opinione pubblica, realtà dell’agroalimentare ed esperti raccomandano di estendere l’attenzione, ecco perchè “chiediamo al board dell’Autorità di allargare il proprio impegno anche alla qualità e alla sostenibilità del cibo per una corretta e sana alimentazione”, si dichiara nell’appello.
Il “Centro di conoscenza scientifica”, così come il documento condiviso chiede di istituire all’interno dell’Efsa, dovrebbe lavorare in particolare per: ridurre del 50% l’uso dei pesticidi chimici entro il 2030; ridurre le perdite di nutrienti di almeno il 50%, garantendo nel contempo che non si verifichi un deterioramento della fertilità del suolo; in tal modo l’uso dei fertilizzanti sarà ridotto di almeno il 20% entro il 2030; ridurre del 50% le vendite di antimicrobici per gli animali da allevamento e per l’acquacoltura entro il 2030; destinare almeno il 25% della superficie agricola all’agricoltura biologica entro il 2030.
Verso la realizzazione di un sistema alimentare che sia sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico è poi urgente “puntare l’attenzione anche su altre tematiche: la tracciabilità, gli aspetti nutrizionali, salutistici e sensoriali che sono tutti fattori che concorrono a determinare la qualità totale dei prodotti. Dopo circa vent’anni anni occorre una positiva evoluzione delle attività dell’Autorità allargando il proprio impegno ai tanti aspetti della qualità, della provenienza e della certificazione per garantire tutti gli ambiti della sicurezza alimentare”, conclude l’appello.
I promotori e primi firmatari della lettera/appello, sono: Giorgio Calabrese, Presidente Comitato nazionale per la Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute; Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente di UniVerde, già Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura; Loredana De Petris, Capogruppo del Gruppo misto del Senato della Repubblica; Gianni Mattioli, già Ministro delle politiche Comunitarie; Enrico Derflingher, Presidente internazionale di Euro-Toques; Nelson Marmiroli, Professore Emerito Biotecnologie ambientali dell’Università di Parma, Direttore del Consorzio InterUniversitario Scienze Ambientali (CINSA); Guido Pollice, Presidente onorario di Verdi Ambiente & Società; Rocco Pozzullo, Presidente nazionale FIC – Federcuochi; Claudia Sorlini, già Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano; Donato Troiano, Direttore di Gustoh24 e del Consiglio nazionale dell’associazione ambientalista Verdi Ambiente e Società; Stefano Zuppello, Presidente nazionale di Verdi Ambiente e Società.
– Foto Fondazione UniVerde –
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