PUGLIA, AL VIA PROGETTO “MORO VIVE”

Coinvolgerà circa 200 istituti di scuola superiore in tutta la Puglia nel biennio 2028-2020. E’ il progetto “Moro Vive”, nato da una intuizione del Presidente del Consiglio Regionale Mario Loizzo e presentato questa mattina dall’ex parlamentare Gero Grassi che lo realizzerà per conto del consiglio. Gli incontri nelle scuole saranno a cura della Sezione Comunicazione istituzionale del Consiglio, d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale.

“Non solo vogliamo rinforzare la memoria di un grande statista e di un grande pugliese,  – ha detto Mario Loizzo – ma vogliamo anche dare ai giovani gli strumenti per conoscere la storia di questo Paese. Soprattutto di quegli anni, ’70 e ’80, che sono stati anni decisivi per lo sviluppo del nostro tessuto democratico e istituzionale. I giovani devono sapere quello che è avvenuto in quegli anni, dalla strategia della tensione fino all’uccisione di Moro che non può essere derubricata ad un gruppo di criminali e assassini. Le brigate rosse – ha sottolineato Loizzo – erano assassini, ma erano anche un gruppo manipolato da potenze esterne che hanno deciso e voluto l’uccisione di Moro”. 

In un’aula gremita dalla presenza di studenti dell’alberghiero De Lilla di Conversano e Polignano, del polo Liceale Carmine Sylos di Terlizzi e del Liceo Tecnico Economico e linguistico Giulio Cesare di Bari, è stato l’onorevole Gero Grassi a presentare il profilo di Aldo Moro, dai suoi esordi politici alla sua uccisione “avvenuta – ha detto -nei modi in cui la verità dicibile, ovvero costruita a tavolino, ha voluto”.

Grassi ha spiegato il perché Aldo Moro è stato rapito: lo statista della Democrazia Cristiana era colui che voleva la democrazia compiuta, l’Europa dei popoli ed era anche colui che voleva sovvertire gli accordi di Jalta con i quali Churchill, Roosvelt e Stalin avevano stabilito la prosecuzione del conflitto. “Moro inizia – ha spiegato Grassi – il suo percorso pubblico il 3 novembre  del 1941 a Bari, dall’Università e si distingue per una frase diventata famosa ‘la persona prima di tutto’. Moro toglie il ‘fine pena mai’ da ministro della Giustizia, Moro fa partire la scuola media obbligatoria, la scuola materna. Istituisce le regioni, compresa la ventesima, il Molise, inserisce nella costituzione che i diritti non sono concessi dallo Stato, ma riconosciuti, perché sono della persona. Moro è, nei cinquantacinque giorni e dopo un grande punto di riferimento”.

“Il progetto ‘Moro Vive’, serve a riattualizzare le sue idee nel contesto della costituente, e a spiegare ai giovani che le Brigate Rosse, ci sono anche loro nel caso Moro, ma non soltanto. Perché i giovani sappiano – ha continuato Grassi – che Moro vive nella globalità del suo pensiero politico, culturale e umano”.

Alla presentazione erano presenti Peppino De Tomaso, direttore de La gazzetta del Mezzogiorno il quotidiano che più e meglio si è occupato delle vicende del caso Moro e Mario Trafiletti dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale.

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