ROMA (ITALPRESS) – Potrà essere visitata fino al 29 febbraio la mostra di Gianfranco Meggiato intitolata “I dioscuri tornano a Roma”, dedicata al Mito di Castore e Polluce, i Dioscuri, protagonisti dell’esposizione allestita in via Veneto e a Porta Pinciana, nel cuore della Capitale.
Grazie al grande interesse suscitato anche a livello internazionale, l’esposizione, che si sarebbe dovuta concludere il 1° febbraio, è stata, infatti, prorogata di un mese. Curatore scientifico è Dimitri Ozerkov, già direttore del Dipartimento di Arte Contemporanea dell’Ermitage di San Pietroburgo, dimessosi dalla direzione museale nell’ottobre del 2022 in segno di protesta contro l’invasione russa in Ucraina e oggi rifugiatosi in Francia.
In mostra undici grandi sculture, realizzate in alluminio, con la tecnica della fusione a staffa, e in bronzo, con la tecnica della fusione a cera persa, tutte le sculture sono poste su basi in acciaio inox. La loro altezza varia da due fino a cinque metri. E’ possibile percorrere l’itinerario dell’esposizione attraverso il proprio smartphone, seguendo una mappa completa di immagini e descrizione, che si attiva scannerizzando un QR code posto sui cartelli esplicativi che accompagnano ciascuna scultura.
“I Dioscuri tornano a Roma”, promossa dal Municipio Roma 1 Centro – Assessorato alla Cultura con l’Associazione Via Veneto è organizzata dalla “Fondazione di Arte e Cultura Gianfranco Meggiato”.
Pronto anche il libro-catalogo della mostra, pubblicato da Editoriale Giorgio Mondadori, che sarà presentato venerdì 16 febbraio, alle 16,30 presso la Curia Iulia, a Roma (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su Eventbrite a partire dal 9 febbraio). All’interno del libro, testi dell’Artista, della Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, di Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura del Municipio Roma I, di Elisabetta Calò, presidente dell’Associazione via Veneto, del curatore scientifico Dimitri Ozerkov, di Alberto Samonà, scrittore e giornalista, nonchè membro del Cda del Parco archeologico del Colosseo, e del poeta Peter Eustace.
Partendo proprio dal mito dei Dioscuri, l’esposizione indaga i significati della dualità e della duplicità, degli opposti che tendono all’Uno, così come Castore-Materia (umano) e Polluce-Spirito (Divino) sono realtà opposte e complementari che perseguono l’unione. La rappresentazione mitologica dei Dioscuri, attraverso il loro valore simbolico, per l’artista è, infatti, occasione per sottolineare il significato di unità e fratellanza, di superamento del duale, nella consapevolezza che siamo tutti parte di uno stesso insieme, cellule di un medesimo organismo, siamo tutti Uno. Il riferimento costante alla dimensione trascendente, pur dal piano della materia, ci ricorda come il riconoscersi figli di uno stesso universo e fratelli di un comune destino possa indicare un cammino che porti al superamento dei conflitti, fino all’armonia e alla pace. Un richiamo importantissimo, che oggi, in tempi di guerra e divisioni, assume un significato di profonda attualità, sotto il segno della fratellanza e dell’unione di tutti gli esseri umani.
Il Mito dei Dioscuri presentato in un contesto contemporaneo è sottolineato dalla coppia di sculture poste a Porta Pinciana, che richiama le due divinità: Il Volo (alta 5 metri) e L’Attimo Fuggente (4 metri) sono due opere verticali che dialogano tra di loro, rappresentando idealmente Polluce e Castore. Il Volo rappresenta idealmente Polluce il fratello divino, nella consapevolezza che l’uomo non possa accontentarsi della sola materialità, ma possa “volare alto” per sentirsi vivo, per crescere, anche grazie alle difficoltà. L’Attimo Fuggente simboleggia Castore, il fratello mortale, e ci ricorda che la vita va vissuta appieno, poichè è un attimo e ciò che è perduto non ritorna. Questa scultura con un accenno di afflosciamento rappresenta Castore, colto nell’attimo del passaggio tra la vita e la morte.
In via Veneto in esposizione vi sono: Sfera Quantica (h 2,20 m), che richiama la forza da cui trae origine ogni grado di materia; Taurus (h 3 m), che indica la componente istintiva in armonia con l’essenza interiore; Cubo con Cubo (lato 1 m), che ricorda le chiusure, esteriori e interiori e la possibilità di guardare a sè stessi secondo una nuova luce; Fiore d’Oriente (d 1,50 m) che può germogliare in noi anche a seguito di esperienze negative; Scorpius (h 3 m) che è protesa verso l’alto a simboleggiare l’attivazione di un’energia in noi; Doppio totem (h 2,60 m), che ci ricorda come le esperienze, positive o negative, possano far apparire la nostra parte luminosa; Cono Energia (h 2,20 m): un cono energetico punto di incontro fra visibile e invisibile; Colonna Energia: una colonna di luce sfida il tempo e tende verso l’Alto (h 2,25 m); Disco Orione (d 1,28 m) che richiama la brillantezza di questa costellazione.
Gianfranco Meggiato, scultore di origini veneziane, dal 1998 partecipa ad esposizioni in Italia e all’estero e ad eventi internazionali. Nel 2017 riceve il Premio Icomos-UNESCO “per aver magistralmente coniugato l’antico e il contemporaneo”. Sue mostre vengono allestite negli anni in diverse città italiane e in varie parti del mondo: Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Taipei, Australia, Londra, Montecarlo, Singapore, e negli Stati Uniti.
-foto di Max Lazzi –
(ITALPRESS).
Prorogata al 29 febbraio la mostra “I Dioscuri tornano a Roma”
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