TORINO (ITALPRESS) – Procter&Gamble fu fondata prima della metà dell’Ottocento da un candelaio e un saponiere. Due lavori basati su materie prime che oggi chiameremmo Bio. Il footprint ambientale era pari a zero. E’ lo stesso target che il gruppo P&G vuole centrare entro il 2030.
L’operazione appare ciclopica, specie per un gruppo che dopo due secoli realizza 71 miliardi di dollari di ricavi e serve 5 miliardi di clienti. Non la pensa così Virginie Helias, 54 anni, di cui 32 passati in P&G che oggi è a capo della sostenibilità del gruppo di Cincinnati. Parlando con Italpress, la manager pone una sola condizione per ridurre a zero le emissioni di P&G: “Abbiamo bisogno di partner istituzionali e scientifici. Di collaborazioni aperte con tutti, compresi i nostri competitor, perchè da soli non potremo mai arrivarci”.
Fondamentale è poi il ruolo che avranno i clienti dei prodotti che sono presenti nelle case di tutti con brand famigliari da decenni quali Dash, Lenor, Mastro Lindo, Swiffer, Viakal, AZ, Gillette, Kukident, Pampers e Vicks tra gli altri. Sono infatti i comportamenti degli utilizzatori dei prodotti a fare la differenza, visto che generano l’85% delle emissioni riconducibili a P&G.
“Il mio approccio con la sostenibilità è legato alla mia esperienza professionale. Mi occupavo del marketing di Ariel e lanciammo una campagna per implementarne l’uso nei lavaggi a bassa temperatura. Fu un successo, anche perchè in quel periodo il prezzo dell’energia salì. Ottenemmo due risultati: più vendite e un minore impatto sull’ambiente. Capii che quello era il mio futuro, e la direzione in cui tutto il gruppo doveva andare” racconta Helias.
Di qui la scelta di utilizzare plastiche rinnovabili per i contenitori dei prodotti, impianti a basse emissioni, alleanze con vari enti ambientalisti.
Un lavoro svolto giorno per giorno con tutte le divisioni del gruppo che dà lavoro direttamente a oltre 120 mila persone nel mondo ma che coinvolge anche fornitori e rivenditori. L’ultima iniziativa in ordine di tempo è stata lanciata da poco, e prevede la messa in vendita dal prossimo anno di nuove bottiglie di shampoo in alluminio, che potranno essere ricaricate di volta in volta, come già avviene per il sapone liquido, riducendo del 60% l’utilizzo di plastica. Coinvolti i marchi Pantene, Head & Shoulders, Herbal Essences e Aussie che sono scelti ogni anno da 200 milioni di famiglie europee. L’operazione rientra nel programma Responsible Beauty, che vuole abbinare qualità e performance con sicurezza, sostenibilità, equità e inclusione dei prodotti di bellezza.
Questa è solo una delle articolazioni del piano globale Ambition 2030, che prevede dodici obiettivi, che si integrano ai 17 Sustainable Development Goals fissati dall’Onu.
“Obiettivi comuni e condivisi dai nostri consumatori in tutto il mondo, dalle nostre indagini, per esempio sappiamo che tutti vogliono avere meno packaging. Bisogna però coinvolgere il clienti, e dimostrare il nostro impegno. E’ successo con alcuni shampoo, le cui bottiglie sono state prodotte con plastiche recuperate sulle spiagge. Lo stesso accade anche con i prodotti per l’igiene della casa” spiega la Helias. “L’innovazione deve essere irresistibile, solo così possiamo aumentare partecipazione. In Europa c’è una maggiore sensibilità su questi aspetti, ma le cose stanno cambiando anche negli Stati Uniti, specialmente nelle grandi città. A New York abbiamo avviato un servizio che prevede la distribuzione dei nostri prodotti direttamente a casa dei clienti in cui, come accadeva con le bottiglie di vetro del latte una volta, ritiriamo i vuoti. Un successo” racconta ancora la manager francese, secondo cui la trasparenza deve essere tangibile. “Lavoriamo in questo senso in tutti i Paesi dove siamo presenti, Italia compresa. Dobbiamo arrivare all’obiettivo delle emissioni zero, è urgente riuscirsi e dobbiamo accelerare” sottolinea.
Proprio in Italia non mancano le buone pratiche già avviate. In collaborazione con Corepla e Carrefour, P&G ha organizzato una raccolta fondi, grazie a cui riutilizzando i contenitori dei suoi prodotti, sono stati donati a Federparchi gli arredi per undici aree pic-nic. Con Legambiente, la filiale italiana di P&G ha collaborato alla pulizia di 20 spiagge. A inizio anno poi, a Fiumicino è stato installato un dispositivo in grado di raccogliere i rifiuti in mare.
Anche i due impianti del gruppo, a Gattatico e Pomezia, non inviano più prodotti in discarica da alcuni anni e hanno dimezzato i consumi di energia, e quella che utilizzano è ottenuta da fonti rinnovabili.
“Con la pandemia questi temi sono ancora più centrali, e il futuro della nostra casa, è il futuro del pianeta” conclude Helias.
(ITALPRESS).
Procter&Gamble, il futuro è green
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