I cambiamenti climatici, una crescente sensibilità ambientalista che ha investito fasce sempre più larghe della popolazione e la recente svolta Green del governo Italiano ed europeo, stanno rendendo sempre più attuale il tema di una corretta ed efficiente gestione delle risorse. Una delle più importanti di queste risorse è quella dell’acqua, a ragione sempre più considerata un bene prezioso e non illimitato. Un tema, quello della gestione dell’acqua, che coinvolge Authority, istituzioni e imprese, soggetti che possono contribuire, ognuno a suo modo, a ridurre gli sprechi e implementare le tecniche di risparmio di acqua e dell’energia da essa prodotta. Se ne è parlato oggi al Politecnico Bovisa di Milano, nel corso della presentazione della terza edizione del Water Management Report, la ricerca che analizza lo stato del servizio idrico in Italia. In particolare, la ricerca ha analizzato e valutato l’evoluzione normativa del servizio idrico, la qualità del servizio, l’evoluzione del mercato, una serie di soluzioni tecnologiche per il riuso e il riciclo dell’acqua e i cosiddetti certificati blu, un meccanismo di incentivazione dei risparmi idrico costruito sull’esperienza dei certificati bianchi, i titoli di efficienza energetica in uso per l’energia elettrica.
In particolare, per quanto riguarda il nuovo metodo tariffario che entrerà in vigore dal 2020 e che promuove l’efficienza e la qualità del servizio, il report ha fatto emergere il fatto che gran parte degli operatori del settore lo considera positivo. Al contrario, invece, gran parte dei soggetti interessati, considera negativa la legge Daga, attualmente in discussione in Parlamento, che chiude la porte alla liberalizzazione del mercato e riporta ad una gestione pubblica e locale dell’acqua. Analizzando invece il servizio idrico integrato, si nota che in Italia ci sono ancora perdite più elevate è una qualità dell’acqua inferiore rispetto alla media europea. Le cose vanno molto meglio nel Nord Ovest del nostro Paese, molto male invece nel Sud e nelle Isole. Il motivo è legato all’obsolescenza delle infrastrutture, ma anche alla “taglia” degli operatori (meglio i più grandi dei più piccoli).
“In Italia ancora non c’è coscienza della scarsità della risorsa acqua – ha spiegato Davide Chiaroni, Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano -, ma più che parlare di come definire il modello di governance dell’acqua, la vera sfida dovrebbe essere quello dell’efficentamento idrico e la soluzione giusta sono i certificati blu”. “L’acqua è uno dei settori più tristi del nostro Paese, secondo solo a quello dei rifiuti, a causa della cattiva organizzazione e della presenza nel mercato di infiltrazioni mafiose – ha commentato Umberto Bertele’, School of Management del Politecnico di Milano -. Un settore in cui c’è abbondanza di risorse, almeno in Italia, rischia così di entrare in crisi. Con questo report cerchiamo di dare il nostro contributo per trovare una soluzione”.
(ITALPRESS).