GENOVA (ITALPRESS) – E’ stato il giovanissimo Cesare Cerulli, figlio del portuale genovese Andrea Cerulli che ha perso la vita nel disastro del 14 agosto 2018, a tagliare il nastro del Memoriale delle vittime del ponte Morandi, inaugurato oggi a Genova alla presenza dei familiari. Perchè lui, come ha spiegato la presidente del comitato Egle Possetti, “è parte del futuro”. A rappresentare il governo c’era il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi. Progettato da un gruppo di professionisti diretti dall’architetto Stefano Boeri e allestito dall’azienda genovese ETT, il Memoriale è stato ricavato in un vecchio edificio ferroviario, poi adibito a deposito dei reperti del viadotto, proprio dove sorgeva la pila 9 che è collassata provocando la morte di 43 persone. Subito dopo l’inaugurazione è stato aperto al pubblico e rimarrà visitabile dal lunedì al venerdì con orario 9-13, sabato e domenica 10-16.
“E’ un giorno molto importante, abbiamo sperato tanto di arrivare a oggi con questa opera completata e che rimarrà nella storia, a testimoniare quello che è avvenuto – ha aggiunto Possetti, che nel crollo ha perso la sorella Nadia -. Deve esserci continuità e speranza, ed è un pò lo spirito del progetto dell’architetto: dal memoriale arrivate alla serra, dove c’è vista, luce e un pò di speranza, la stessa che ci ha accompagnato in tutti questi anni nel portare avanti la nostra battaglia. Non è solo un memoriale che ricorda le vittime e le sofferenze che ne sono derivate è una tappa da cui dovrà espandersi un monito verso l’indifferenza, dovrà diventare un antidoto all’oblio. “Il Memoriale è un segno importante per il Paese per ricordare un evento tragico che ha rappresentato un fallimento da parte dello Stato sulla gestione delle concessioni autostradali – ha detto il viceministro delle Infrastrutture e Edoardo Rixi -. In un momento in cui siamo riusciti dopo tanti anni a portare all’approvazione del Parlamento una legge per tutelare le vittime e le famiglie delle vittime in caso di eventi simili a questo, in futuro. Una pagina difficile della storia del nostro Paese a livello infrastrutturale, nel 2018 e poi nel 2019 soprattutto il Paese sbagliando ha deciso di non ricontrattare le regole sulle autostrade, oggi siamo di fronte alla riscrittura di determinate regole delle concessioni. Quando c’è l’incuria, la mancanza di vigilanza e un eccesso di confidenza tra pubblico e privato c’è poi un rischio di mancanza di valutazione del rischio e si contano purtroppo le vittime. Questo è un simbolo per non dimenticare, sembra che a distanza di così tanti anni si stia un pò dimenticando di cosa è accaduto, anche le forze politiche”. “Questo Memoriale è un segno di dolore, soprattutto per chi ha perso i propri cari, ma anche di speranza – ha commentato il presidente della Regione, Marco Bucci – speranza perchè queste cose non si ripetano più e perchè si arrivi a un mondo in cui le infrastrutture non danno più questi problemi, e anche un segnale di fiducia nel futuro, perchè noi vogliamo una società civile in cui ci sia la possibilità per tutti di vivere e vivere bene”. Il vicesindaco reggente di Genova Pietro Piciocchi ha annunciato che entro sei mesi inizieranno i lavori per il parco del Cerchio Rosso, il più ampio progetto firmato da Stefano Boeri di cui il Memoriale costituisce il primo tassello: “A livello di finanziamenti abbiamo i 200 milioni stanziati dal governo e poi i finanziamenti del Pnnr per tutta zona del Campasso. Qui dobbiamo abbattere muri e ricollegare aree e quartieri, c’è un progetto di grande integrazione e rigenerazione urbana che dobbiamo fare, per completarlo ci vorranno diversi anni ma siamo fiduciosi di portarlo a termine”, ha spiegato. “I parenti delle vittime sono stati per noi un riferimento costante – ha aggiunto l’architetto Stefano Boeri – Non è un museo, è un luogo per trasmettere consapevolezza. Usciti dal tunnel del Memoriale c’è la vista del viadotto di Renzo Piano, ma soprattutto una serra vitale, luogo di rigenerazione, che ci riporta qui. Per noi questo progetto non è finito. La scelta delle famiglie di realizzare un luogo in cui si replicherà il loro dolore è fortissima, ci prendiamo l’impegno che rimanga un luogo vivo”. Il percorso del Memoriale propone al visitatore una narrazione attraverso una sequenza di ambiti tematici. Cuore pulsante è un cilindro immersivo di 5 metri di altezza e 9,5 di diametro in cui il visitatore vive in prima persona il terrore e il caos di quegli istanti. Diverse postazioni multimediali sono dedicate alla costruzione del ponte, ai soccorsi, al risalto mediatico del crollo del 14 agosto, alla resilienza e al futuro della Valpolcevera e della sua comunità e infine al processo, una sezione in costante aggiornamento. Uno spazio è riservato alle macerie che saranno fisicamente presenti dopo il dissequestro. Una parete nera, retroilluminata per favorire la lettura dei testi, riporta l’elenco delle 43 vittime del crollo del ponte per concludere il percorso con il ricordo delle vittime. In chiusura del Memoriale, integrata alla sagoma dell’edificio esistente, la serra bioclimatica accoglie al suo interno una preziosa collezione di specie arboree e arbustive: un omaggio silenzioso alle vittime, ma allo stesso tempo la spinta ad una rigenerazione possibile, dopo la tragedia.(ITALPRESS).
Foto: xa8