E’ stata depositata la perizia sullo stato di conservazione e manutenzione delle strutture di Ponte Morandi. “La relazione dei Periti del Gip – afferma Aspi in una nota – non evidenzia situazioni di degrado che possano in alcun modo essere messe in relazione con una diminuzione della capacità portante del ponte. L’analisi delle parti crollate ancora presenti al momento dell’inizio dell’incidente probatorio e delle parti non crollate ha messo in evidenza alcuni difetti solo localizzati, peraltro compatibili con l’epoca di costruzione. Tali difetti non sono in alcun modo connessi alla funzionalità dell’opera, erano già stati rilevati dai programmi di sorveglianza e in parte già oggetto di interventi di ripristino strutturale. In particolare si rileva che, come riportato dai Periti, le parti non crollate, incluse le sezioni limitrofe alla parte crollata e presumibilmente infuenzate dal crollo – prosegue la nota – hanno superato positivamente le prove di carico cui sono state sottoposte precedentemente alla demolizione dalle imprese assegnatarie dei lavori di demolizione e costruzione del nuovo ponte”.
“Per quanto riguarda la situazione dello strallo della pila 9 lato sud-est in corrispondenza della sella (reperto 132) – prosegue la nota – la relazione dei Periti riporta soltanto la classificazione degli stati di corrosione dei fili di acciaio componenti i trefoli, classificazione determinata in modo sommario e quindi utilizzabile soltanto ai soli fini descrittivi. Tale classificazione consente comunque di escludere che sia stato lo strallo la causa primaria del cedimento. L’elaborato infatti evidenzia che i cavi primari non mostrano particolari segni di degrado e definisce “duttili” le superfici di frattura della parte dello strallo collegata con l’Antenna, confermando quanto già sostenuto nelle analisi dei laboratori EMPA e dell’Università di Pisa.
Nel corso dell’indagine infine sono state evidenziate alcune particolarità del processo costruttivo, non conoscibili in precedenza, la cui significatività potrà essere valutata soltanto in una fase successiva degli accertamenti, nell’ambito del secondo incidente probatorio”.