Il quinto titolo mondiale è già in tasca ma Lewis Hamilton è sempre affamato: pole e record della pista in Brasile. Ma Sebastian Vettel è pronto a dargli battaglia sin dal primo giro, con buona pace dei commissari di gara. Qualifica serrata a Interlagos, con i primi quattro – a occupare la seconda fila saranno Valtteri Bottas e Kimi Raikkonen – racchiusi in meno di due decimi. Il più veloce è sempre lui, Hamilton, che nell’ultima manche migliora di un secondo la pole ottenuta lo scorso anno dal compagno di squadra: 1’07″281. “Ma è stata una sessione davvero difficile – confessa – Col meteo variabile non sai cosa aspettarti, le Ferrari erano molto veloci ma abbiamo lavorato tantissimo per trovare l’assetto migliore. Non pensavo di aver fatto un giro così, avevo avuto dei problemi in un paio di punti ma sono contento della pole”. La numero 82 della carriera, la decima stagionale e la terza sulla pista brasiliana dopo quelle ottenute nel 2012 e nel 2016. Hamilton, graziato dopo aver ostacolato nel Q2 prima Raikkonen e poi Sirotkin (entrambi non erano però nel giro lanciato perchè appena usciti dai box), al via dovrà però subito guardarsi le spalle da Vettel.
Il tedesco si vede sfuggire la pole per soli 93 millesimi, pagando forse un’eccessiva irruenza (“ho esagerato un tantino nel secondo tentativo”), ma può guardare il bicchiere mezzo pieno: “ieri ero quasi sorpreso di quanto fossimo vicini e anche oggi siamo lì”. Il ferrarista, però, ha sulla carta un piccolo grande vantaggio visto che lui e Raikkonen, a differenza delle Mercedes, partiranno con la soft. La temuta pioggia, infatti, fa una breve apparizione sul circuito di Interlagos a cavallo fra le prime due manche e la Ferrari – ancora in corsa per il Mondiale Costruttori – brucia tutti sul tempo nel Q2 montando le gialle, strategia che Mercedes e Red Bull proveranno a imitare ma senza successo visto che i rispettivi piloti non migliorano i tempi ottenuti con le supersoft. Tutto bene allora? Quasi. Perchè Vettel finisce sotto investigazione: chiamato al peso durante la seconda manche, non spegne subito il motore. A fine sessione il quattro volte iridato si cuce la bocca se non per sottolineare che “è ingiusto, quando le condizioni sono variabili, rimanere bloccati lì, vuoi affrettarti”, ma alla fine se le cava con una reprimenda ed una multa di 25mila euro. Protagoniste in Messico, le Red Bull non riescono a ripetersi: Max Verstappen strappa il quinto tempo ma a mezzo secondo da Hamilton, poco peggio fa Daniel Ricciardo che però, costretto a cambiare il turbo, partirà 11esimo.
Ringraziano le due Sauber, con Marcus Ericsson e Charles Leclerc che si prendono così la sesta e settima piazza sulla griglia. Da applausi il futuro ferrarista, che nel Q2 insiste per rimanere in pista e con un giro super si conquista l’accesso al turno successivo. Grosjean porta la Haas fra i primi 10 (quarta fila per lui) precedendo la Toro Rosso di Gasly e il compagno di squadra Magnussen, primo degli eliminati in una seconda parte di qualifiche fatale per le due Force India (per Ocon anche 5 posizioni in meno per la sostituzione del cambio) mentre continuano ad annaspare Williams e McLaren: Alonso e Vandoorne non superano nemmeno il Q1.
(ITALPRESS).
POLE HAMILTON IN BRASILE, VETTEL IN PRIMA FILA
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