Platini ai ferri a Nanterre, trattenuto dai gendarmi dell'ufficio anticorruzione: la notizia ha nell'immediato il sapore della vendetta. Non è una cieca difesa di Roi Michel, che ho sempre rispettato, ma una reazione logica al suo recente sfogo contro le istituzioni calcistiche mondiali accusate di averlo trascinato in malafede nel fango. Innocente. Dopo essere stato, anche se parzialmente, riabilitato dall'accusa di violazione etica dei principi sportivi – otto anni di squalifica, ridotti a quattro, per l'accusa di Sepp Blatter di avere intascato una tangente per votare pro Qatar mondiale 2022 – ci si aspettava un logico, comodo silenzio. Una risalita. Una campagna per riconquistare il potere. Non una tardiva sparata che ha riaperto l'antica querelle qatariota. Con quel che ne consegue. Una vicenda scandalosa, comunque, e non solo sportiva ma politica. Con protagonisti o comprimari che si chiamano Gheddafi, Sarkozy, sceicchi e emiri vari tutti – tranne il defunto rais libico – ospiti al pranzo del peccato servito all'Eliseo nel novembre del 2010. Il dolce, l'assegnazione al Qatar del Mondiale 2022. Un mondiale a cinquanta gradi ma da giocare d'inverno. Un mondiale disumano per i lavoratori addetti alla costruzione degli stadi. Un mondiale che per gli inglesi non si doveva fare; e infatti è la stampa londinese che da anni recita la parte dell'accusa esibendo documenti e forse prove di una corruzione portata a termine da uno sceicco del Qatar, Mohamed Bin Hammam, già presidente della Confederazione asiatica già radiato dalla Fifa, l'ente oggi presieduto da Infantino che, incassati 880 milioni di dollari dal Qatar, non ha pensato a rivedere la designazione. Pecunia petrolifera non olet.
Invischiato nella vicenda, ovviamente, anche il mitico emiro Al Thani, membro del Cio, padrone del Paris St. Germain, di Al Jazeera, della Costa Smeralda. Del Qatar con fondo sovrano di 600 miliardi di dollari. Di mezzo mondo. E anche dell'hotel Gallia che ricorda gli antichi splendori del calciomercato. Tutti contro Platini, in questo momento, ma Michel non molla e protesta la sua innocenza. Pregiudizio, vendetta o bufala? È certo che l'imputato n.1 è ancora il Qatar. Riusciranno a togliergli il mondiale? Platini disse – votando per gli emiri – che il Qatar mondiale se l'era sognato. Ora dice a se stesso, dopo la denuncia di corruzione: sogno o son desto? Il seguito alla prossima puntata.