“Quanto di quel che leggiamo sulla plastica è vero? Poco. La nuova direttiva europea vieta tutta la plastica monouso? Assolutamente no”. A dirlo sono i maggiori esperti italiani del settore: Assobibe, Corepla e Mineracqua. I rispettivi rappresentanti, per fare chiarezza su questi argomenti, sono intervenuti oggi presso la sede del Sole24Ore nell’ambito della conferenza “Divieti sulla plastica monouso: tra fake news e realtà. Il valore delle bottiglie in PET”.
“Il mondo dell’informazione è cambiato molto ed uno degli aspetti negativi è che spesso e volentieri parte dell’informazione è imprecisa, inesatta e talvolta anche falsa”, afferma il padrone di casa Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore, in apertura del convegno. “Il consumatore – aggiunge – deve essere in grado di distinguere le fake news dalla verità e la stampa deve impegnarsi per offrire informazione di qualità e sfatare le notizie false che riguardano la nuova direttiva europea che entrerà in vigore dal 2 luglio 2019”.
“La nuova normativa europea non mette al bando le bottiglie di PET, né tutti i prodotti di plastica monouso, ma ne disciplina la produzione ed il riciclo. Si tratta infatti di una direttiva che punta a ridurre l’impatto ambientale della plastica monouso e prevede un arco temporale entro il quale ogni paese dovrà adeguarsi ad essa. Dal 2025 tutte le bottiglie in PET immesse sul mercato dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata, nel 2030 la percentuale salirà al 30% – spiega Marco Ravazzolo di Confindustria – La responsabilità estesa del produttore prevede che il produttore, il commerciante e l’utilizzatore si assumano la responsabilità relativamente ai costi della loro attività economica e dunque ai costi necessari per lo smaltimento del residuo del bene venduto, norma che si può riassumere con “Chi inquina, paga. Inoltre – aggiunge- fa parte della direttiva anche la norma sui requisiti di etichettatura del prodotto: sulle bottiglie deve essere indicato con precisione come il consumatore deve contribuire al riciclo della plastica grazie alla raccolta differenziata. La direttiva non è ancora operativa, lo sarà in parte dal 3 luglio 2021 ed in toto dal 31 dicembre 2024”.
Si tratta di una declinazione della strategia europea per la creazione di un’economia circolare e dunque si dovrà progettare un bene in modo tale che duri il più a lungo possibile, che la sua produzione non crei rifiuto e che dunque lo scarto possa diventare materiale che può essere reimpiegato. La progettazione deve considerare la facilità di riciclo ed il riciclo stesso deve essere virtuoso, così che da esso si possa generare energia oltre alla materia riciclata. I dati mostrano come l’Italia sia tra i paesi europei più virtuosi, infatti produce 3.6 milioni di euro ogni tonnellata di materia.
Il presidente di Corepla Antonello Ciotti spiega: “Le regole ambientali devono basarsi sulle evidenze empiriche e sui dati reali, raccolti in seguito ad un debito approfondimento. Una regolamentazione come quella di cui discutiamo ora contiene inesattezze che rischiano di far fallire delle aziende. Economia circolare significa continuare a mantenere il nostro stile di vita riducendo l’impatto che questo ha sull’ambiente. La plastica ha rivoluzionato gli imballaggi ed è estremamente importante per prevenire il deterioramento dei prodotti alimentari. Senza l’utilizzo di imballaggi di plastica i veicoli per il traporto delle merci dovrebbero effettuare il 50% dei viaggi in più, determinando un’emissione di CO2 molto maggiore. Solo il 0,3% delle emissioni di CO2 della comunità europea deriva dagli imballaggi in plastica. Corepla raccoglie tutti gli imballaggi di plastica e restituisce ai comuni che riciclano di più parte del guadagno in modo da aiutarli a finanziare ulteriormente i provvedimenti utili ad incrementare la raccolta differenziata”.
La nuova direttiva europea fissa al 77% il target di raccolta delle bottiglie di PET nel 2025 ed al 90% nel 2029. Il vice presidente di Assobibe Giangiacomo Pierini sottolinea come la cattiva informazione porti a pensare che le bottiglie monouso di PET non siano riciclabili e siano altamente inquinanti. In realtà è vero il contrario: il PET è al 100% riciclabile ed assicura qualità e sicurezza del bene che contiene e sostenibilità. La gestione dei rifiuti, e dunque anche lo smaltimento dei packaging, è il tema che più preoccupa i cittadini italiani. Il consumatore si sente corresponsabile e questo lo spinge ad impegnarsi sempre di più per svolgere correttamente la raccolta differenziata e cresce in lui anche la consapevolezza del concetto di economia sostenibile.I consumatori al momento davvero coinvolti nell’economia sostenibile sono il 20%, ma maggiore è la percentuale degli interessati e di coloro che si stanno informando al riguardo.
A ribadire l’importanza dell’impegno del singolo individuo è Ettore Fortuna, vice presidente di Mineracqua, che dichiara: “La direttiva dice che è fondamentale innanzitutto aumentare la raccolta differenziata, sia da parte dei cittadini che da parte dei comuni, prima ancora di pensare a soluzioni alternative alla plastica, alle quali siamo comunque aperti. Vogliamo stigmatizzare le fake news e porre l’accento sull’importanza della consapevolezza del consumatore riguardo all’impatto che hanno le sue azioni in ambito di riciclo”.