ROMA (ITALPRESS) – “Fare economia circolare non è un optional, un tassello in più nella battaglia climatica, ma il pilastro fondamentale”. Lo ha detto Riccardo Piunti, presidente di Conou, il Consorzio nazionale degli oli minerali usati, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia Italpress. Di fronte alla questione climatica, “credo che l’allarme sia ancora non sufficiente”, ha affermato Piunti. “Nell’opinione pubblica – ha aggiunto – la sensazione della gravità della situazione forse non è ancora così matura”. Per il presidente di Conou, però, “tutti possiamo fare” qualcosa. “Credo che il Pianeta non possa sostenere l’attuale prelievo di materiali che stiamo facendo”, ha sottolineato, parlando della quantità di materiali che nel mondo vengono persi o che vengono riciclati. Per quanto riguarda gli oli, per Piunti, il controllo dei flussi è importante. “Poichè dobbiamo garantire la priorità alla rigenerazione – ha spiegato -, abbiamo il controllo della situazione di dove va l’olio. Siamo noi a dire se un olio deve essere rigenerato o se non può essere rigenerato perché ha una qualità tale per cui deve essere bruciato. E noi ne bruciamo molto poco, l’1,5%. Nel resto d’Europa si brucia il 40% dell’olio raccolto perché nessuno gestisce i flussi”, ha aggiunto. Nel 2021, il Conou ha raccolto 186 mila tonnellate di olio minerale usato. “Come lo stadio Olimpico riempito d’olio usato”, ha osservato Piunti. “Abbiamo ricavato – ha spiegato – 125 mila tonnellate di nuovi lubrificanti, cioè lubrificanti che sono stati messi di nuovo in circolazione” e 38 mila altri prodotti, bitumi e gasolio. La rigenerazione è “al 98%”.
Poi il presidente di Conou si è soffermato sull’impegno presente e futuro e sulle possibilità di miglioramento. “Lottiamo sempre per migliorare – ha evidenziato -, stiamo lavorando molto sulla nostra filiera, che è formata da circa 60 imprese. Orientarle verso il fine ambientale, tutte insieme, garantendo la loro redditività è una cosa che non è mai raggiunta, nel senso che ogni giorno bisogna lavorare. Stiamo lavorando molto su questa squadra”. L’obiettivo è “avere una squadra di imprese che riescono a lavorare insieme, a risolvere e affrontare insieme i problemi. Ci sono tante cose che possono essere migliorate. C’è un piccolo vuoto normativo – ha proseguito – che riguarda i biolubrificanti, cioè i lubrificanti di origine vegetale, che quando sono vergini possono essere buttati al suolo e sono biodegradabili ma quando sono usati diventano un rifiuto pericoloso come gli altri. Non sono normati da questo punto di vista, quindi noi vorremmo che qualcuno decidesse qual è la regola del gioco perché noi siamo pronti a occuparcene”.
Per Piunti “nel territorio l’economia circolare richiede competenze molto specifiche e specialistiche”. Per il presidente di Conou, “le competenze e il know-how non possono essere tutte in una persona. È chiaro – ha continuato – che la collaborazione da questo punto di vista è importante. Come consorzio, proprio perché siamo senza fine di lucro e indipendenti, siamo pronti a dare la nostra collaborazione. Credo che il know-how che c’è in generale in Italia nei consorzi sia molto utile perché spesso è molto specifico e ogni rifiuto ha la sua specificità”. “Credo – ha aggiunto – che l’economia circolare sia fondamentale e cresce se si fanno gli impianti” ma “le autorizzazioni agli impianti sono la cosa più complessa”. “Qualche volta – ha sottolineato – si fanno provvedimenti per rendere più veloci le autorizzazioni ma non basta dire che bisogna rispondere entro un mese perché chi deve rispondere deve avere le risorse e la capacità. C’è un altro processo su cui bisogna intervenire: la gestione delle risorse attraverso i vari enti che sono preposti a questo. Se oggi i rifiuti rappresentano una materia importante – ha affermato -, bisogna convogliare le risorse ai rifiuti perché è lì che ci sono tante autorizzazioni, tante domande, tanti problemi e tanti ritardi”.
Occorre anche fare formazione e sensibilizzare ancora di più i giovani sui temi ambientali. “Abbiamo avviato – ha spiegato – il progetto ‘Green League’: un videogioco educativo in cui si parla di economia circolare e olio usato. Abbiamo fatto un concorso del genere facendo lavorare le classi con progetti ad hoc legati al tema ambientale. Cinquanta classi – ha continuato – hanno lavorato insieme in tutta Italia. Abbiamo realizzato una grande classe virtuale italiana di mille ragazzi e per questo anno scolastico aumenteremo il numero di classi. Ho il sogno di farlo su scala europea: parlando in inglese, si potrebbe creare una classe virtuale di 5 mila ragazzi europei”.
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