La produzione industriale italiana ha recuperato di poco a dicembre, dopo il tonfo di novembre, registrando nel 4° trimestre 2018 una flessione di -0,5%. Il calo, diffuso all’Europa (specie Germania), in Italia è più marcato per i beni intermedi. Ciò ha pesato sul Pil a fine anno (-0,2%). Lo sottolinea il Centro Studi di Confindustria nella Congiuntura flash di febbraio.
I dati negativi in Italia nella seconda metà del 2018, aritmeticamente, contano molto nel calcolare la crescita annua del Pil nel 2019: il “trascinamento”, la variazione che si avrebbe con un profilo piatto quest’anno, è -0,2%. E la dinamica a inizio 2019 sarà debole: il Pmi manifatturiero a gennaio cade molto sotto soglia 50, nei servizi è poco sopra, la produzione è stimata quasi piatta. Anche se il Pil risalisse dal 2° trimestre, secondo il Csc è alta la probabilità di una crescita annua poco sopra lo zero.
La manovra, dopo il confronto con l’UE, peggiora il deficit 2019 di 11,5 miliardi (da 22 originari): meno risorse per reddito di cittadinanza, “quota 100”, investimenti; la spinta al Pil presunta è ora di +0,4% (da +0,6).