Più mezzi e più risorse per spegnere gli incendi in Sicilia dopo l’anno orribile vissuto nel 2017, quando il fuoco ha divorato complessivamente circa 50 mila ettari di superficie, in buona parte boschiva. Lo prevede il Piano antincendio boschivo per la prossima stagione estiva, presentato in conferenza stampa dal presidente della Regione, Nello Musumeci, con il capo della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, gli assessori regionali al Territorio e Ambiente e all’Agricoltura, Toto Cordaro ed Edy Bandiera, il responsabile della Protezione civile regionale, Calogero Foti, e il Comandante del Corpo forestale della Regione, Filippo Principato.
“In aggiunta ai Canadair abbiamo messo a disposizione, d’accordo con le Forze armate e i Carabinieri, quattro elicotteri dedicati proprio allo spegnimento degli incendi in Sicilia – ha detto Borrelli -. Ci sono anche otto-nove mezzi aerei della flotta di Stato in supporto alla Regione, che ringraziamo per averne ‘spesati’ 3-4”.
La Regione ha stanziato fondi per 50 milioni di euro per la campagna antincendio (“Non abbiamo voluto attendere le risorse del bilancio, si trattava di interventi improcrastinabili e urgenti”, ha precisato Musumeci), che scatterà in anticipo rispetto ai termini di legge fissati per il 15 giugno. “Lo spegnimento degli incendi deve avvenire con il monitoraggio e il presidio del territorio – ha spiegato Borrelli – ma anche la partecipazione dei cittadini è fondamentale per la comunicazione degli eventi. Con le squadre a terra, con le attività di avvistamento, con anche con lo schieramento dei volontari”.
L’antincendio siciliano nei prossimi mesi potrà contare inoltre “su oltre 400 tra autobotti e furgoni, oltre a 6 mila lavoratori”, ha spiegato invece Principato, mentre Foti ha sottolineato che la Protezione civile regionale “rafforzerà i controlli con un pattugliamento dinamico anche in base alle giornate particolari che determinano uno ‘stato rosso’, legato alle condizioni di umidità, temperatura e venti”. La criticità dello scorso anno, ha evidenziato, è stata anche determinata da giornate “con 400 focolai, pertanto occorrevano 400 squadre e questo era impossibile”.
La Regione è attenta al suo territorio nel complesso, un occhio di riguardo va alle riserve naturali: “Forti dell’esperienza negativa maturata lo scorso anno – ha detto infine Musumeci – stiamo allertando i gestori delle riserve naturali. Vogliamo realizzare una rete di monitoraggio e contatto che consentirà al personale in convenzione che gestisce le riserve di poter segnalare tempestivamente la presenza di fumo, il che consente ai mezzi e agli uomini di potersi muovere guadagnando qualche minuto di tempo. Spesso è una corsa contro il tempo”.