Piano Cinema, bene gli aiuti ma occorre riportare il pubblico in sala

ROMA (ITALPRESS) – Audizione oggi in commissione Cultura, spettacolo, sport, turismo, presieduta da Gaia Pernarella (M5s) sul Piano annuale degli interventi in materia di Cinema e Audiovisivo 2022 illustrato la settimana scorsa. Invitate oltre 40 fra sigle a tutela di settori del comparto, singole società di produzione e distribuzione audiovisiva, scuole e fondazioni.
Plauso generale sul Piano, soprattutto per la parte che riguarda gli aiuti alla distribuzione cinematografica, sia il settore dell’esercizio che la distribuzione vera e propria, che ha sofferto molto in questi ultimi due anni di crisi dovuta alla pandemia.
“Soprattutto in questo momento un’ottima iniziativa” ha detto Antonio Medici, vice presidente Anica Unione Editori e Distributori Cinematografici. Il sostegno alle spese per il lancio dei film però dovrebbe riguardare l’utilizzo di fornitori residenti nella regione trattandosi di fondi regionali.
In generale poi, così come accade in Francia, “quando si utilizzano questi fondi – ricorda Medici – è bene non avere una eccessiva parcellizzazione dei contributi altrimenti l’effetto è troppo limitato, perde di efficacia”, proponendo al contempo un lavoro congiunto fra esercenti e distributori per quelle iniziative che possono contribuire a portare nelle sale del Lazio i film siano essi anteprime o meno.
Recuperare il rapporto del pubblico con la sala, e in particolare quello dei giovani, delle scuole, anche utilizzando il cinema come sussidio didattico è la preoccupazione di tutti gli operatori. Se per Massimo Arcangeli, segretario Anec Lazio, l’Associazione regionale degli esercenti cinematografici, il Piano è “carente sul piano degli interventi promozionali” e occorre anche “tentare di recuperare lo squilibrio tra Roma e il resto del territorio regionale”, per Adele Dell’Erario di Doc/it -Associazione Documentaristi Italiani, affiliata a CNA, riguardo all’esercizio ci vorrebbero “bonus o azioni a supporto per lavorare sulla creazione di nuovo pubblico anche per il documentario, a prescindere dalla situazione attuale”.
Allineato alla posizione dell’Anec Lazio Francesco Palma di FICE Lazio – Federazione italiana cinema d’essai, sulla necessità di maggiore attenzione all’esercizio cinematografico per riavvicinare il pubblico alla sala, nonchè per la creazione di nuovi pubblici. “L’esercizio è la parte finale di tutta la catena e resta fondamentale per il rapporto con il pubblico”, ha detto. Per questo occorre secondo Fabio Zenadocchio dell’Acec-Associazione Cattolica Esercenti Cinema Lazio e Abruzzo “avviare un tavolo di confronto più serrato per la sala come presidio culturale sul territorio”. “Riportare i giovani al cinema” anche l’obiettivo di Davide Fontana portavoce UECI Unione Esercenti Cinematografici Italiani Roma Area Metropolitana, affiliata Cna, mettendo in campo progetti con le scuole.
“Siamo assolutamente a fianco delle sale”, ha dichiarato Laura Delli Colli, presidente Fondazione Cinema per Roma, “e siamo sempre molto disponibili ad integraci e accogliere iniziative che ci vengono proposte” anche “in luoghi non deputati tradizionalmente” alla Festa del cinema che ha segnato, ha ricordato, “82mila500 presenze, con una percentuale di riempimento sale che troviamo incoraggiante di quasi il 90%”. “Adesso andrebbe colta l’onda del desiderio di tornare a vivere e al cinema”, ha aggiunto la direttrice generale, Francesca Via.
Ma la richiesta principale alla Regione Lazio e al Consiglio regionale è stata quella di farsi portavoce a livello nazionale di un’esigenza non più rinviabile proprio per la sopravvivenza delle sale laziali e italiane legata al problema delle “finestre”, ovvero il tempo che intercorre fra l’uscita in sala di un film di prima visione e il suo sfruttamento sulle altre piattaforme. Se in Francia si è recentemente intervenuti assicurando ben 15 mesi, in Italia si assiste a una “deregulation totale, che impoverisce e determina chiusure sul territorio”, ha detto Leandro Pesci dell’Anec.
Questo perchè, ha spiegato Mario Perchiazzi, segretario generale Ueci, “non c’è una legge che impegna la distribuzione internazionale a rispettare le finestre tra la sala e gli altri media – broadcaster e Ott. Il combinato disposto spinge a chiedere un intervento straordinario alla Regione Lazio ma anche più sistemico e pianificato fino ad impegnare il Consiglio con un intervento di sensibilizzazione del ministro alla Cultura per dare risposta agli operatori”.
Quanto agli altri interventi previsti dal Piano, Ranieri dè Cinque Quintili, presidente dell’Unione Imprese Tecniche in seno all’Anica – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali insieme a Davide Pozzi, capogruppo dei laboratori che si occupano di restauro, hanno chiesto un budget più ampio per il restauro delle pellicole (attualmente 150mila euro) in quanto gli altri fondi ministeriali al momento non sono stati ancora confermati.
Complimentandosi per la novità delle sovvenzioni alla distribuzione cinematografica Claudia Di Lascia di Agici – Associazione Generale Industrie Cine-audiovisive Indipendenti ha chiesto la previsione di un punteggio o una aliquota maggiore per la distribuzione di opere prime o seconde o italiane in coproduzione internazionale cercando di privilegiare anche parte della quota del produttore in modo che il contributo concesso per le copie non sia solo a beneficio del distributore.
Sul fondo alla produzione, per il coordinatore CNA – Cinema audiovisivo Roma, Marco Luca Cattaneo, occorre “rendere più efficace l’intervento per le opere di ricerca e formazione” destinando, il 50% a questa tipologia. Se il Piano ha un’attenzione particolare per il “green”, stessa attenzione occorrerebbe anche per la produzione under 35 e quella femminile. D’accordo su questi ultimi punti anche la rappresentante di Doc/it e Fabio Mestici coordinatore Culturmedia Lega Coop Lazio.
“Prestare molta attenzione al cinema indipendente italiano che crea prototipi”, il sollecito di Giuseppe Gaudino, componente del Consiglio Esecutivo Anac – Associazione nazionale autori cinematografici e un rafforzamento della Fondazione Film Commission di Roma e del Lazio da parte della direttrice generale Cristina Priarone. “Un’altra volta la nostra regione riconosce l’audiovisivo come uno dei settori di punta del nostro territorio in tutte le sue sfaccettature”, ha detto ricordando le 330 richieste di assistenza ricevute nel 2021.
“Una presenza sinergica più concreta” proprio con la Film Commission di Roma e del Lazio l’esigenza di Rino Piccolo della Latina Film Commission che chiede di premiare le storie che raccontano la provincia pontina in modo da tenere più a lungo le produzioni sul territorio, “altrimenti è tutto sbilanciato su Roma”. Da Piccolo anche la proposta di pensare nei contributi a fondo perduto “una partecipazione in quota in modo che l’ente erogatore possa avere anche un ritorno economico con la possibilità di autoalimentarsi invece di attingere solo ai fondi pubblici”.
La presidente Pernarella ha ricordato che il Piano “verrà approvato nel giro di una settimana, i consiglieri avranno tempo di formulare delle osservazioni, speriamo venga reso al più presto operativo vista la situazione del periodo. La risposta della politica vuole essere di concretezza”, ha concluso ricordando i termini per le osservazioni fissati entro domani alle ore 12, mentre giovedì è fissata la seduta per la discussione e l’approvazione del Piano.
(ITALPRESS).

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